La Procura di Bolzano e la Guardia di Finanza hanno scoperchiato l’ennesima frode sull’importazione di gasolio, organizzata per non pagare né le accise né l’Iva. Anche in questo caso, le quantità contrabbandate in Italia sono ingenti: si parla di sette milioni di litri in un solo anno. L’operazione finale dell’indagine è avvenuta il 17 luglio 2020, quando oltre duecento Finanzieri hanno arrestato sette persone e sequestrato contanti e beni per 4,3 milioni di euro in diverse regioni italiane (Campania, Lombardia, Puglia, Toscana, Abruzzo e Basilicata). I magistrati hanno posto sotto indagine diciannove persone per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla reiterata commissione dei delitti di contrabbando di prodotti energetici, aggravati in ragione della quantità del prodotto commercializzato e della natura transnazionale degli illeciti. Inoltre, sette società italiane e una della Repubblica Ceca sono state denunciate per avere agevolato l’associazione a delinquere finalizzata all’evasione dell’accisa di prodotti della carburazione.
L’inchiesta è iniziata da un controllo su strada di un'autocisterna svolto dalla Finanza di Bressanone alla barriera di Vipiteno dell’autostrada A22, che ha portato alla scoperta di un’organizzazione che in un solo hanno ha importato sette milioni di litri di gasolio attraverso il valico del Brennero. Il carburante era caricato in Germania e formalmente transitava attraverso le frontiere come olio lubrificante, evitando così di pagare l’accisa. Solo per l’evasione di tale imposta i contrabbandieri hanno guadagnato quattro milioni di euro. Per attuare la frode, la banda ha creato società cartiere – senza dipendenti e né reali attività commerciali – che emettevano i documenti di trasporto falsi.
In dettaglio, la Finanza spiega che le autocisterne dell'organizzazione partivano vuote dall’Italia verso un deposito compiacente di Lübben, in Germania, dove caricavano il gasolio classificato come lubrificante. Quindi ripartivano per la città austriaca di Wörgl, dove salivano sul treno fino a Trento, usando la Rola accompagnati da una semplice lettera di vettura Cmr. Quando scendevano dal treno, gli autisti distruggevano la lettera di vettura e proseguivano su strada fino a un deposito situato nell’hinterland di Milano. In questa tratta i camion avevano falsi Das che dichiaravano la vera natura del carico, ossia gasolio, ma attestavano che l’accisa era già stata pagata (cosa che non era avvenuta) e stava andando a un operatore autorizzato allo stoccaggio dall’Amministrazione Finanziaria. In caso di controllo, quindi, il viaggio sarebbe apparso regolare.
Giunti al deposito commerciale, le autobotti scaricavano il carburante. Da qua partivano poi altre autocisterne che rifornivano distributori stradali “bianchi”. Secondo la Finanza, sia i gestori del deposito che quelli dei distributori conoscevano la provenienza illecita del gasolio. Da marzo 2019, i contrabbandieri hanno attivato una variante alla Rola austriaca, caricando i camion sulla Ralpin, tra Friburgo a Novara, per andare sempre nel deposito milanese. Oltre all’evasione delle accise, questo sistema prevedeva anche quella dell’Iva lungo l’intera filiera, sul cui valore la Finanza sta ancora indagando.
Quello che appare però chiaro è l’organigramma dell’organizzazione, dai vertici agli autotrasportatori, grazie anche alla collaborazione nella parte internazionale di Eurojust. Oltre agli arresti, i militi hanno eseguito diversi sequestri per un valore totale di 4,3 milioni di euro. Tra i beni sequestrati ci sono tre depositi di carburante, tredici distributori stradali, 34 veicoli industriali (trattori e semirimorchi) e una barca da diporto lunga 18 metri, sessanta tra conti correnti, certificati di deposito e titoli, quote societarie e denaro contante.
La Finanza precisa che per facilitare le indagini sul contrabbando di carburante sarà presto introdotto il Documento Amministrativo Semplificato in versione digitale (e-Das). Gli operatori dovranno trasmetterlo per via telematica all’Amministrazione finanziaria dopo essersi registrati i una specifica piattaforma online. In questo modo, l’Amministrazione potrà conoscere in tempo reale i trasferimenti dei prodotti tra i vari depositi, verificando il pagamento delle imposte. Inoltre, chi svolgerà i controlli su strada potrà verificare immediatamente i documenti di viaggio, evitando così l’uso di Das contraffatti.