Tolte 37 pagine bianche resta comunque un corpus di 704 stampe. È l’Allegato Infrastrutture al Documento di Economia e Finanza (DEF) predisposto dalla presidenza del Consiglio e trasmesso alla Camera l’8 luglio 2020. Le linee guida sono facilmente condivisibili: nuove strategie per trasporti, logistica e infrastrutture. In varie occasioni si parla di coordinamento, di programmazione coerente, di sviluppo integrato con la rete europea e con il futuro aggiornamento del Piano generale dei trasporti e della logistica (Pgtl). E sullo sfondo si valorizzano le “Linee guida per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche”, vale a dire quel documento predisposto dal Mit nel 2017 per evitare investimenti casuali, fondi distribuiti a pioggia senza una sostenibilità e un coordinamento tra loro. Se l’Allegato Infrastrutture sarà una raccolta ordinata di buone regole di programmazione o un libro dei sogni lo si verificherà solo più avanti.
Per quanto riguarda il settore ferroviario, la dettagliata mappa delle infrastrutture esistenti e programmate, contempla investimenti che hanno come obiettivo non solo una crescita interna ma anche la piena interoperabilità con le reti ferroviarie europee con in primo piano l’estensione dello standard Ertms/Etcs. In un momento in cui si discute molto sull’opportunità di disporre di finanziamenti europei, uno dei passaggi più significativi del Documento riguarda i corridoi della rete Ten-T. Anche in seguito dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, tutta la politica comunitaria sulle infrastrutture sarà rivista e aggiornata nel 2021, in anticipo di due anni rispetto a quanto previsto in precedenza. È questa l’occasione per allargare e includere nuove opere nazionali, per alcune delle quali c’è già un’intesa di massima anche se non ratificata formalmente. In particolare, per il Corridoio Mediterraneo saranno inserite anche le sezioni Marsiglia-Genova-La Spezia insieme alla Milano-Bologna in modo da rilanciare l’ipotesi del raddoppio della linea ferroviaria del Ponente ligure ancora su tracciato ottocentesco. Il Corridoio Baltico-Adriatico dovrà ricomprendere anche la tratta Ravenna-Ancona.
Inoltre saranno inserite tra le sezioni transfrontaliere con la possibilità del cofinanziamento europeo fino al 50% anche quattro opere che interessano l’Italia. Al primo posto ci sono le tratte di accesso al tunnel di base del Brennero con l’intero corridoio Verona-Monaco di Baviera (e quindi non solo le varianti prioritarie già individuate, di cui quattro in Italia), quindi le linee di accesso al tunnel di base del Moncenisio per la Torino-Lione. Il quadro si completa poi con quello che viene individuato come prolungamento verso ovest fino a Venezia della Trieste-Divaccia (in pratica gli interventi per potenziare e velocizzare la Mestre-Trieste già individuati per 1,8 miliardi di euro) e quindi la sezione Nizza-Ventimiglia. Anche la Luino-Sesto Calende lungo il corridoio merci Italia-Svizzera rientra nella rete globale Comprehensive network. Accanto a questi itinerari individuati nella programmazione europea e quindi cofinanziabili, l’Italia aggiunge l’intera dorsale adriatica e precisamente la Ancona-Bari quale prolungamento del Corridoio Baltico-Adriatico lungo tutta la penisola meridionale.
Piermario Curti Sacchi