Chi non fa nulla non sbaglia mai, affermava una vecchia massima, ma non prendere decisioni per mancanza di soluzioni o di coraggio rischia di lasciare tutto nell’incertezza. E di fare danni. Al centro dell’attenzione sono i Pacchetti Mobilità dell’Unione europea, che avrebbero dovuto interessare con proposte specifiche anche le norme sul trasporto combinato strada-rotaia delle merci. Ma la Commissione Europea, di fronte a numerose critiche sopraggiunte dagli operatori, nel febbraio 2020 ha preferito adottare una soluzione pilatesca, il ritiro della proposta a suo tempo formulata e l’impegno a riparlarne nel 2021. Lasciando così senza risposta un settore che chiede regole chiare per svolgere il proprio ruolo ed essere competitivo.
Una delle condizioni quadro del trasporto combinato è l’equa regolamentazione del trasporto stradale da e verso i terminal intermodali. Dal 1975 il trasporto combinato internazionale nell’Unione Europea è equiparato al trasporto internazionale di merci su strada, in quanto non sono applicabili le norme nazionali sul cabotaggio stradale. Il compromesso sul Pacchetto Mobilità adottato dal Parlamento Europeo all’inizio di luglio 2020, osserva uno dei maggiori operatori europei, il gruppo Hupac, pone il trasporto combinato in una posizione di svantaggio rispetto al trasporto stradale internazionale.
Il Pacchetto Mobilità consentirà agli Stati comunitari di applicare le norme sul cabotaggio al trasporto nazionale che interessa i tragitti stradali verso terminal intermodali. “Questo indebolirà notevolmente il trasporto combinato in Europa”, osserva Hans-Jörg Bertschi, presidente del Cda di Hupac, “l’esenzione del pre e post trasporto dalle norme sul cabotaggio deve rimanere vincolante, in modo da evitare che il trasporto combinato sia svantaggiato rispetto al trasporto su strada. Ci auguriamo che la Commissione Europea apporti ulteriori cambiamenti a favore della protezione del clima e dell’ambiente”.
Piermario Curti Sacchi