La Gazzetta Ufficiale numero 252 del 12 ottobre 2020 pubblica il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 luglio 2020, soprannominato Decreto Flussi perché stabilisce il numero e la tipologia di lavoratori extra-comunitari che possono ottenere un permesso di lavoro in Italia. Complessivamente, il Decreto stabilisce una soglia massima di 12.850 lavoratori, di cui seimila nei settore dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia e del turistico-alberghiero. Per quanto riguarda l’autotrasporto, gli immigrati devono già avere patenti equivalenti alla CE e convertibili in Italia sulla base dei vigenti accordi di reciprocità e il settore dovrà condividere la quota di seimila unità con l’edilizia e il turismo.
Possono venire in Italia come camionisti i cittadini dei seguenti Stati: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d'Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia e Ucraina.
Questa è la prima volta che gli autisti dell’autotrasporto in conto terzi rientrano nelle quote d’immigrazione previste dal Governo, un provvedimento che l’associazione Anita chiedeva da tempo. “È una bella notizia per i nostri associati e per tutte le imprese del settore”, ha dichiarato il presidente di Anita, Thomas Baumgartner. “Lavoravamo da tempo per ottenere questo risultato. Non è stato possibile riservare una quota completamente dedicata, così come avremmo voluto, ma è un primo passo importantissimo. La riteniamo una risposta valida all’annosa carenza di autisti professionali che fatichiamo sempre più a trovare sul mercato del lavoro italiano e comunitario”.
Anita stima che in Italia manchino almeno 15mila autisti di veicoli industriali e che tale numero aumenterà in futuro, perché il 45,8% dei titolari di una Cqc hanno superato i cinquant’anni e solo il 18,1% ha meno di quarant’anni. È un problema europeo, che altri Paesi hanno già affrontato permettendo l’immigrazione di cittadini extra-comunitari, come ha fatto al Germania e alcuni Paesi dell’Europa orientale, che fino a poco tempo fa fornivano conducenti all’intero continente ma che ora subiscono anche loro la carenza.
“È importante che l’Italia non arrivi ultima nel dotarsi di una strategia ad hoc, mostrando lungimiranza nell’interpretare le dinamiche del settore”, aggiunge Baumgartner. “Attingere al Decreto Flussi è la prima risposta possibile e Anita continuerà a sostenere la necessità di una quota più corposa ed esclusivamente dedicata al settore anche nei successivi provvedimenti di regolazione degli ingressi. Un’altra, di più lungo periodo e strutturale, è un intervento pubblico che promuova la figura dell’autista, anche attraverso l’orientamento professionale post-scuola verso i giovani, che in questo settore troverebbero subito un impiego”.