Nei giorni scorsi a Roma, presso il ministero dei Trasporti, è stata presentata ai rappresentanti delle società armatoriali e dei lavoratori portuali l’ultima bozza del regolamento ministeriale che modificherà lo svolgimento nei porti italiani dell’autoproduzione sulla base di quanto previsto dal Decreto Rilancio. La norma cambierà le regole d’ingaggio per le attività di rizzaggio e derizzaggio, in particolare dei carichi rotabili (ma non solo) a bordo delle navi. Nell’ultima versione del regolamento è stato inserito un comma che prevede la verifica preventiva dell’esistenza e disponibilità da parte delle imprese portuali ex articolo 16 - eventualmente integrate con i lavoratori delle compagnie ex articolo 17 della Legge 84/94 - a soddisfare tempestivamente la domanda di svolgimento di operazioni portuali per le compagnie di navigazione. Questa funzione di verifica è stata ora posta in capo alla competente Autorità di Sistema Portuale.
Altro comma aggiunto nell’ultima bozza, che il ministero dovrebbe consegnare alle parti interessate a breve, riguarda il mantenimento delle autorizzazioni per l’autoproduzione attualmente in essere fino alla scadenza prevista. Una previsione che sembra interessi alcuni scali minori del Sud Italia. I sindacati confederali dei lavoratori hanno pubblicamente festeggiato, parlando del compimento di un iter sul quale tutte le parti coinvolte hanno trovato una convergenza. Di diverso avviso, anche se ufficialmente nessuna associazione datoriale ha commentato, le impressioni degli armatori che dicono non esserci alcuna convergenza né soddisfazione da parte loro verso l’ultima versione del regolamento. Assarmatori, Confitarma e Federagenti in estate avevano pubblicamente annunciato che si sarebbero imposte affinché la norma che limita l’autoproduzione in banchina non entrasse in vigore, se necessario impugnandola nelle sedi competenti.
Non a caso negli ultimi giorni la tensione è tornata a salire. Ancip, l’associazione nazionale delle compagnie portuali, ha attaccato Grandi Navi Veloci, pur non nominandola mai esplicitamente, per il caso di autoproduzione denunciato nel porto di Genova dai sindacati confederali. A bordo del traghetto Fantastic proveniente da Tunisi - secondo quanto riferito dai rappresentanti dei lavoratori - all’apertura del portellone “i semirimorchi a bordo del traghetto avevano già i cavalletti alzati, segno che il vettore aveva impiegato i marittimi per girare le maniglie, attività che invece alla luce della normativa vigente dovrebbe essere effettuata dai lavoratori portuali”. Grandi Navi Veloci nel capoluogo ligure dispone sia di personale proprio come impresa portuale ex articolo 16, sia di manodopera fornita dalla Culmv (ex articolo 17).
C’è stato anche l’intervento dei delegati di Cgil, Cisl, Uil e della Compagnia Unica, insieme agli Rls di sito e agli ispettori, oltre alla Capitaneria di Porto ma nulla di irregolare stato rilevato. “A seguito della richiesta di talune specifiche attività da parte dei sindacati, gli ispettori dell’Asp hanno accertato lo svolgersi delle stesse. Nessuna contestazione è stata rivolta alla compagnia dalle autorità competenti”, ha comunicato Grandi Navi Veloci.
Ancip nella sua nota invece scrive: “È di queste ore la notizia che nel porto di Genova un vettore armatoriale, in spregio e in piena violazione delle disposizioni normative di cui all’articolo 199 bis della Legge 17 luglio 2020, numero 77 e del Regolamento (UE) 2017/352 del Parlamento e del Consiglio del 15 febbraio 2017, si è ‘auto-autorizzato’ a effettuare l’autoproduzione delle operazioni di rizzaggio dei trailer a bordo di una nave ro-ro. Questi atteggiamenti vanno stigmatizzati e condannati poiché vanno a penalizzare fortemente il sistema, regolato dalla legge 28 gennaio 1994, numero 84, delle imprese portuali italiane autorizzate ai sensi degli articoli 16 e 18 della medesima Legge, ripercuotendosi sull’occupazione e sulla qualità della vita dei loro dipendenti. Atteggiamenti che si ripercuotono anche alle imprese articolo 17, unici soggetti giuridici autorizzati a fornire manodopera altamente formata e specializzata nei porti”.
L’Associazione nazionale delle compagnie portuali auspica venga fatta chiarezza su quanto avvenuto a Genova e chiede “che le Autorità preposte al controllo e alla vigilanza esplichino le dovute indagini, facendo sapere cosa realmente sia accaduto ed eventualmente applicare i dovuti provvedimenti nei confronti del vettore marittimo. Siamo ancora uno Stato di diritto, ergo, la Legge va fatta rispettare”.
Nicola Capuzzo