Nessun taglio del nastro, ma neppure un comunicato ufficiale: il nuovo grande hub di Dhl nella cargocity della Malpensa ha avviato i motori senza clamore, nonostante sia il quarto impianto più grande d’Europa della società tedesca. L’unica conferma dell’avvio delle operazioni, avvenuto alla fine di settembre, è un post su Facebook del vice-presidente esecutivo di Dhl, Roy Hughes, che ha pubblicato anche qualche immagine dell’interno della struttura. L’impianto, che sostituisce quello più piccolo situato al terminal 2 dell’aeroporto lombardo, sorge nella cargocity, lungo la Provinciale 14. Ha una superficie di 55mila metri quadrati e può lavorare fino a 90mila unità al giorno, impiegando fino a cinquecento persone. L’aumento dello spazio corrisponderà a un progressivo aumento dei voli Dhl su Malpensa, che potranno passare dagli attuali otto a trentasei.
Intanto però Dhl sta affrontando la mobilitazione del sindacato di base AdlCobas (che ha vinto le recenti elezioni della Rsu, non riconosciute dall’azienda) nella piattaforma dell’aeroporto bergamasco di Orio al Serio, proprio contro il trasferimento delle attività alla Malpensa. Sono già avvenuti due scioperi alla fine di agosto e all’inizio di settembre contro contro il trasferimento o licenziamento dei lavoratori e annuncia che Dhl sarà una delle imprese su cui indirizzerà le proteste nel prossimo sciopero nazionale della logistica, indetto per il 23 agosto da SiCobas e AdlCobas. La tensione è aumentata con il licenziamento di due delegati dell’AdlCobas nell’impianto bergamasco, contro cui il sindacato ha annunciato un ricorso al Tribunale del Lavoro. Il sindacato denuncia anche che una parte consistente dei lavoratori di Malpensa saranno interinali.