È stato inaugurato nel 2008 dopo una spesa di trenta milioni per costruirlo, ma non è stato mai usato: è l’Autoporto di San Salvo, in provincia di Chieti, che doveva servire come snodo intermodale, area di sosta per veicoli industriali e base logistica per le industrie della Piana di Sant’Angelo ma sui suoi 84mila metri quadrati non ha viaggiato alcun mezzo di trasporto. Anzi, vi hanno viaggiato i veicoli di chi lo ha depredato di tutto ciò che si poteva asportare. È uno dei tanti scandali della provincia italiana, che ora potrebbe rinascere grazie al commercio elettronico. Infatti, all’inizio di ottobre 2020 il sottosegretario ai Rapporti col Parlamento, il vastese Gianluca Castaldi, ha dichiarato alla stampa locale che Amazon sta valutando la possibilità di realizzare in quest’area una piattaforma logistica.
Una conferma di tale affermazione è arrivata il 21 ottobre 2020 con la decisione dell’Azienda Regionale delle Aree Produttive, proprietaria dell’impianto, a venderlo alla società di sviluppo immobiliare Engineering K2 per la cifra di 3,7 milioni di euro, dopo il via libera ottenuto per la cessione dal Consiglio Regionale il giorno precedente. L'Arap si era comunque mossa in anticipo, pubblicando ad agosto la procedura di evidenza pubblica per la vendita, cui aveva risposto Engineering K2. Questa società è nota anche per realizzare gli impianti logistici di Amazon come contraente generale. Se la notizia della vendita dell’Autoporto di San Salvo a Engineering K2 fosse veramente correlata alla decisione di Amazon di usare quest’area per costruire una sua piattaforma distributiva destinata a servire il commercio elettronico tra Abruzzo e Molise, porrebbe fine alla contesa sorta negli ultimi mesi tra San Salvo, Fossacesia (sempre in Provincia di Chieti) e Termoli sulla localizzazione dell’impianto per l’e-commerce.