La Finanza ha chiuso il 26 ottobre 2020 un’altra indagine sulle frodi fiscali nel commercio del gasolio, questa volta a Verona. La ha battezzata Free Fuel e ha portato all’arresto di tre persone (due residenti in provincia di Verona e una in provincia di Napoli) e al sequestro di beni per 79,4 milioni di euro. Due indagati sono rappresentanti legali pro-tempore e una è amministratore di fatto di due società con sede a Verona operanti nel commercio di carburanti e implicate nella frode. L’inchiesta è iniziata rilevando alcune operazioni sospette connesse alle società, tra cui spiccano un rilevante aumento del fatturato, movimentazioni anomale di denaro e prezzi ribassati nella vendita del prodotto.
I Finanzieri hanno così scoperto una società di capitali veronese che era capofila di una filiera commerciale formata da imprese create per frodare l’Iva sul gasolio nel 2018 e 2019 per un importo di 76 milioni di euro. Gli amministratori dopo avere venduto il gasolio facevano risultare che l’Iva incassata dai clienti era stata calcolata in modo sbagliato e quindi non doveva essere versata all’Erario. Le società usavano anche fatture per operazioni inesistenti per lavori di ristrutturazione e ricerche di mercato per ottenere crediti d’imposta.
I tre arrestati devono rispondere dei reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, rischiando condanne fino a otto anni e la confisca dei beni.