A ottobre 2020, per la prima volta il Decreto Flussi emesso dal Governo italiano prevede la possibilità di fornire un permesso di soggiorno a lavoratori extra-comunitari che hanno una patente CE convertibile in Italia. È una via per affrontare il problema della carenza di autisti, ma altri Paesi comunitari ci hanno preceduto, compresi quelli, come la Romania, che fino a poco tempo fa fornivano camionisti al resto dell’Europea. Oggi, invece, in Romania mancano 45mila autisti (su un totale di 305mila patenti superiori) e il Governo sta attuando dal 2019 un programma per reclutarli fuori dai confini dell’Unione. Mentre la Polonia guarda alla confinante Ucraina, da cui ha già portato in modo legale circa 60mila autisti di veicoli industriali, la Romania si rivolge ancora più a oriente, ossia l’India, le Filippine e il Nepal.
In questi Paesi asiatici lavorano autisti che hanno già esperienza di guida sui veicoli pesanti in ambito internazionale, perché molti di loro hanno guidato in Medio Oriente. Ma la patente non basta, perché per guidare i camion nell’Unione Europea bisogna conseguire la Carta di qualificazione professionale, tramite un corso e un esame. Ogni Paese, compresa la Romania, fa svolgere corso ed esame nella loro lingua, creando una barriere di linguaggio insormontabile per uno straniero. Ma il Governo rumeno sta pensando di far sostenere l’esame per la Cqc anche in inglese e spagnolo, le due lingue più diffuse a livello globale. Un’iniziativa che doveva cominciare già quest’anno, ma di cui non si è saputo nulla, probabilmente a causa della pandemia di Covid-19. Ma che potrebbe essere ripresa una volta superata l’emergenza.
Intanto, la Romania sta attirando autisti dalla confinante Moldavia, con cui condivide la lingua. Solo nel novembre del 2019, riportano fonti di stampa, l’Autorità competente del ministero dei Trasporti (Autoritatea Rutiera Romana) ha rilasciato oltre mille certificati di qualificazione a cittadini extra-comunitari, in gran parte modavi. Un altro Paese su cui la Romania sta guardando, questa volta comunitario, è l’Ungheria. In questo caso, si valuta un contributo ai disoccupati o sotto-occupati locali per conseguire la patente superiore e la Cqc e l’associazione dell’autotrasporto Untrr ha chiesto al Governo uno stanziamento per offrire tale contributo a 20mila persone. L’associazione chiede anche la riduzione dell’età per poter guidare un autoarticolato da 21 a 18 anni.