Giorno simbolico il Primo novembre 2020 per la nuova ferrovia Torino-Lione. In Francia, a nord della stazione ferroviaria di Saint-Jean-de-Maurienne, vicino al portale francese del futuro tunnel di base, è stata completata la costruzione di un nuovo ponte ferroviario, opera collaterale che ospiterà la linea storica su nuovo tracciato. Si tratta di un manufatto indubbiamente secondario rispetto al valore e all’impegno per la costruzione della nuova ferrovia transalpina, ma è la testimonianza concreta di come i lavori non si siano mai fermati. La prossima tappa, la più significativa dal punto di vista politico, sarà all’inizio del 2021 quando partirà il confronto tra Italia, Francia e Bruxelles per il nuovo piano di finanziamento europeo dell’opera. In quella sede si vedrà se sarà confermata l’ipotesi di elevare il contributo comunitario fino al 50% del valore comprendendo nel finanziamento non solo la tratta transfrontaliera ma anche le linee di raccordo nazionali (in Italia da Torino a Susa/Bussoleno).
Nel frattempo, in Francia sta crescendo di tono una polemica tra il Comité pour la Transalpine, un’associazione classificata di interesse generale (composta da enti locali, società e organizzazioni economiche) e la Corte dei Conti europea. Quest’ultima nel marzo 2020 aveva espresso riserve sui benefici attesi dall’opera e sulla congruenza dei costi da sostenere. Questo rapporto era stato subito contestato da Telt, il promotore della realizzazione e della gestione della tratta transfrontaliera, in quanto basato su dati ormai superati. Ma uno scambio di mail tra il Comité e la Corte ha svelato, forse senza volerlo, un particolare che ha acceso la discussione.
L’istituzione europea si era avvalsa come consulente, indicato come esperto indipendente, del professor Yves Crozet, economista dell’Università di Lione, da sempre contrario all’opera. Immediate le reazioni del presidente del Comité pour la Transalpine, Jacques Gounon. In una lettera indirizzata alla Corte dei Conti, scrive: “Per quanto possa sembrare sorprendente si tratta di un noto oppositore del collegamento Lione-Torino che prende regolarmente posizioni pubbliche ostili al progetto”. Come se non bastasse, Crozet guida l’Union Routière de France, un organismo che raggruppa i protagonisti della mobilità stradale, dalle concessionarie autostradali alle imprese automobilistiche e della componentistica, “la cui prevenzione nei confronti di una infrastruttura come la Lione-Torino, progettata per consentire un massiccio trasferimento modale e merci dalla strada alla ferrovia, è facilmente comprensibile”.
La Corte dei Conti europea, pur non prendendo direttamente posizione, ha lasciato trapelare che la relazione del professor Crozet riflette solo le sue opinioni, ma ciò non fa venire meno il fatto che la stessa analisi sia stata utilizzata dall’istituzione comunitaria per formulare la propria decisione. E la polemica è tutt’altro che chiusa.
Piermario Curti Sacchi