La seconda ondata di pandemia ripropone lo stesso errore della prima per quanto riguarda gli autisti di veicoli industriali. Infatti, i nuovi provvedimenti impongono la chiusura alle 18.00 nelle zone gialle e per l’intera giornata in quelle arancioni e rosse degli esercizi di ristorazione, che possono svolgere solo l’asporto, con la sola eccezione di quelli nelle autostrade. Ma i camion non viaggiano solo in autostrada e comunque i parcheggi autostradali non sono sufficienti, quindi nel tempo sono sorte decine di ristoranti che offrono ai camionisti una cena, una sosta sicura e spesso anche servizi igienici e docce.
L’attuale normativa permette solo la fornitura di un pasto in cabina, che non basta per chi viaggia per l’intera giornata e ha bisogno anche di altri servizi. In Francia c’è stato un provvedimento simile, ma la minaccia di una mobilitazione degli autisti ha spinto il Governo a permettere l’apertura di almeno 150 locali solo per gli autisti (si accede esibendo la Cqc). In Italia le associazioni degli autotrasportatori chiedono l'apertura dei ristoranti lungo la rete ordinaria.
Ne parlano in questo episodio del videocast K44 Risponde Andrea Manfron, segretario nazionale di Fai-Conftrasporto, l'autotrasportatrice Paola Gobbetti, il direttore del Truck Village di Colleferro Giancarlo Ceccarelli e il presidente della sezione Veicoli Industriali dell’Unrae, Paolo Starace. Buona visione.