Il blocco degli imbarchi dei veicoli industriali deciso il 21 dicembre 2020 dal Governo britannico come conseguenza della diffusione di una variante del virus Sars-Cov-2 si è sommata all’aumento del traffico pesante attraverso la Manica provocata dall’aumento delle scorte britanniche per affrontare la Brexit, causando il blocco di centinaia di camion sulle strade del Kent. E fino a quando non si troverà una soluzione, gli autisti resteranno confinati in Gran Bretagna.
Su questa situazione è intervenuta anche Conftrasporto, che chiese un intervento a livello internazionale della ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. “Una soluzione per coloro che si trovano in territorio francese potrebbe essere la realizzazione di un’area di parcheggio attrezzata e custodita che permetta ai trasportatori di lasciare il camion senza correre il rischio che venga rubato o svaligiato, per poi tornare a casa con qualsiasi altro mezzo consentito”, afferma il presidente Paolo Uggè.
Più complesso è intervenire sul lato britannico, anche perché la Gran Bretagna è ormai fuori dall’Unione Europea. “Si potrebbe comunque tentare di compiere la stessa operazione, ferme restando le condizioni indispensabili legate ai controlli sanitari”, aggiunge Uggè. Alla ministra, il presidente di Conftrasporto chiede di porre gli autisti italiani presenti sul territorio britannico nella condizione di tornare a casa, possibilmente col camion, e d’istituire ristori per i maggiori costi sostenuti.