Bruxelles appare sorda alla richiesta degli spedizionieri e dei caricatori di aprire un'indagine sull'impennata dei noli per il trasporto marittimo di container tra Asia ed Europa e sulla carenza di contenitori vuoti. Lo hanno chiesto le associazioni internazionali ECS e Ceclat durante un incontro online con i rappresentanti della Direzione Generale Concorrenza. Gli spedizionieri hanno mostrato gli elementi dell'attuale situazione: l’aumento del blank sailing, che in alcune rotte supera il 30%; la riduzione dell'affidabilità, perché nell'ultimo anno solo la metà delle navi sono arrivate puntuali; gli aumenti dei noli spot, che hanno raggiunto il 16mila dollari per teu e di quelli sotto contratto, appesantiti da vari sovrapprezzi; la carenza di container vuoti.
Gli interlocutori della Commissione Europea hanno risposto di conoscere l'attuale situazione, che ritengono causata dalla pandemia di Covid-19, e che comunque gli aumenti dei noli non giustificano l'avvio di un'indagine. Bruxelles ricorda che sono solo due le circostanze che possono avviare un esame: un'azione legale oppure la revisione formale della Block Exemption Regulation, ossia l'esenzione per i consorzi degli armatori dalle norme antitrust.
Poiché non appare all'orizzonte una revisione della Ber, le associazioni possono avviare un'azione legale, che però deve contenere prove sufficientemente solide sulla violazione degli articoli 101 e 102 del trattato europeo Tfue. Cosa che le due associazioni stanno valutando, considerando però che le informazioni per farlo sono nelle mani degli stessi armatori contro cui vogliono agire. D'altra parte, aggiungono ECS e Ceclat, proprio la Block Exemption pone sulle spalle delle compagnie marittime delle responsabilità e quindi "non devono abusare di questo privilegio come sembra stia succedendo". Quindi le due associazioni chiedono che gli armatori riportino al più presto la situazione alla normalità.