Nell’Italia dei mille campanili c’è spazio per le ambizioni di crescita di una struttura che aspira a trovare un ruolo da protagonista in una realtà già affollata come quella portuale. Così Molfetta, città di quasi 60mila abitanti situata a 25 km a nord di Bari, punta tutte le sue carte sul nuovo porto commerciale e sull’idea di dare vita a un grande polo logistico nel Sud Adriatico. L’appuntamento del taglio del nastro per il nuovo porto è nella prima metà del 2022. Intanto si guarda già avanti e si pongono le basi per garantirsi una crescita in linea con le ambizioni della nuova struttura. Nel settembre 2020, l’amministrazione comunale nella figura del sindaco Tommaso Minervini ha firmato l’atto di indirizzo per la realizzazione di un terminal ferroviario collegato al nuovo porto commerciale.
La proposta progettuale è sostenuta dall’impresa Istop Spamat, specializzata nella movimentazione portuale, attualmente operativa negli scali di Bari, Molfetta e Barletta. L’investimento stimato è di oltre 70 milioni di euro su un’area che supera i 12 ettari. Sarà la stessa società guidata da Vito Totorizzo a realizzare il terminal ferroviario dedicato all’interscambio nave/ferrovia che dovrebbe collegare il nuovo porto commerciale e l’area industriale di Molfetta (e la futura Zona economica speciale) alla rete ferroviaria nazionale rappresentata dalla linea Adriatica, già adeguata al transito dei trasporti intermodali senza limiti di sagoma.
Nel frattempo sono in avanzata fase di costruzione i lavori portuali per il secondo braccio del molo di sopraflutto, parte degli interventi che prevedono la realizzazione di una diga foranea per proteggere tutta l’area portuale, insieme al dragaggio dei fondali per consentire l’attracco di navi ro-ro. In tutto saranno investiti 55 milioni di euro di finanziamenti pubblici.
Piermario Curti Sacchi