Una parte consistente del fiume di gasolio di contrabbando che entra in Italia arriva dall’est e transita sul territorio friulano, con Tarvisio come principale punto di passaggio della frontiera. Per comprendere l’entità del fenomeno, la Guardia di Finanza di Udine ha comunicato i risultati di una campagna di contrasto al contrabbando svolta negli ultimi mesi del 2020. In poche settimane e solo sulle strade della provincia friulana, i Finanzieri hanno intercettato quattordici veicoli industriali che trasportavano 440mila litri di gasolio illegale, causando un’evasione di Iva e accise di oltre 380mila euro.
Il gasolio non era trasportato solamente in autocisterne, ma anche in contenitori di plastica da mille litri caricati su semirimorchi centinati, con gravi rischi per la sicurezza perché non rispondono ai criteri di sicurezza per il trasporto di prodotti infiammabili. Il gasolio era accompagnato da documenti di viaggio che indicano prodotti diversi da quelli reali, come per esempio vernici o solventi, che non richiedono il pagamento di accise. In molti casi, il gasolio era adulterato con altri prodotti, così da farlo ricadere in una classe merceologica diversa da quella sottoposta ad accisa.
L’analisi dei flussi mostra che il gasolio di contrabbando proviene da imprese dell’Europa orientale, mentre le destinazioni italiane sono in prevalenza in aree industriali o magazzini dell’Italia centro-meridionale. Qua il gasolio è stoccato spesso in depositi attrezzati con pompe erogatrici per la vendita ad imprese di autotrasporto o privati a prezzi più bassi di quelli della rete legale, perché non si pagano le imposte.