Il porto di Trieste ha affrontato la tempesta della Covid-19 senza eccessive perdite, anzi addirittura con un aumento nel 2020 dei rotabili rispetto all’anno precedente. Il risultato annuale del ro-ro mostra infatti un aumento del sette percento, con 243.500 rotabili in transito e a dicembre il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente mostra un incremento del 25%.
Nel container, il porto giuliano ha movimentato 776mila teu, il due percento meno rispetto al 2019. Ma l’Autorità portuale precisa che questo calo dipende dal “decremento del traffico teu sui traghetti ro-ro da/per la Turchia e non a quello di lunga percorrenza con il Far East. Infatti, il terminal container del molo VII con 692.800 teu, ha retto molto bene la crisi, attestandosi sui valori raggiunti nel 2019, senza riportare alcuna perdita”.
Il dato complessivo di tutte le merci mostra una movimentazione intorno ai 54 milioni di tonnellate, ottomila in meno rispetto all’anno precedente, pari a un calo del 13%. Sono scese soprattutto le rinfuse liquide (-13%) con 37.570.000 tonnellate movimentate, corrispondente a circa il 73% del calo dei volumi totali e quelle solide (-70%), mentre le merci varie hanno contenuto le perdite al cinque percento. “Se da un lato i valori delle merci varie e soprattutto delle rinfuse liquide, a cominciare dal petrolio, sono dovuti al crollo della domanda iniziata con il Covid, per le rinfuse solide il risultato è causato dal calo generalizzato dei prodotti metallurgici, minerali e del carbone, in seguito alla chiusura dell’impianto siderurgico triestino della Ferriera di Servola”, spiega l’Autorità.
Nel trasporto ferroviario, il porto di Trieste ha movimentato ottomila treni, il diciassette percento meno rispetto all’anno precedente. L’Autorità spiega che “se da un lato i valori delle merci varie e soprattutto delle rinfuse liquide, a cominciare dal petrolio, sono dovuti al crollo della domanda iniziata con il Covid, per le rinfuse solide il risultato è causato dal calo generalizzato dei prodotti metallurgici, minerali e del carbone, in seguito alla chiusura dell’impianto siderurgico triestino della Ferriera di Servola”.
Il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, afferma che “nonostante la congiuntura, i dati ci restituiscono un’idea di un porto in salute e la curva di traffico si è un po’ rialzata a fine anno per alcuni settori, ma bisognerà attendere ancora, per tornare ai numeri dalla fase pre-Covid. Se misuriamo il sistema sul valore prodotto per il territorio e non solo sui numeri statistici, va rilevato che quest’anno il porto ha fatto passi da gigante. Non solo ha continuato a lavorare durante il lock down, ma ha visto grandi trasformazioni e nuovi investimenti internazionali”.