La ristrutturazione del debito della Tirrenia rischia d'insabbiarsi nelle secche della vecchia compagnia, ossia la Tirrenia in Amministrazione Straordinaria, perché i commissari di quest’ultima non hanno approvato il piano. Lo afferma in una lettera inviata ai sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti l’amministratore delegato della “nuova” Tirrenia, Massimo Mura, che scrive: "La situazione sta impedendo alla nostra società (e in conseguenza al Gruppo Onorato) di concludere le procedure entro il 29 marzo 2021 (data improrogabile), avviate a giugno 2020, con la continuità aziendale. La società ha concluso accordi preliminari con i propri creditori/fornitori (al 94%) per la ristrutturazione del debito. Al fine di completare l’operazione di salvataggio della società, manca l’accordo con i commissari di Tirrenia As, con il benestare determinante del ministero per lo Sviluppo Economico, a oggi non ancora pervenuto".
Mura precisa che il piano di Tirrenia prevede il pagamento dell’ottanta percento di quanto dovuto, usando le navi come garanzia e con “i dovuti supporti di tipo normativo obbligatori per Legge”. Egli prosegue sostenendo che questo accordo è migliore rispetto alla mancanza di un accordo, che “porterebbe a Tirrenia As un recupero di gran lunga minore, compreso in un range fra il 17% ed il 26%”. La ristrutturazione del debito è “supportata da primari investitori, che garantiscono uno scenario positivo e la garanzia di un progetto economico stabile e duraturo, che garantisce la stabilità del personale, in particolare di quello marittimo. I piani industriali presentati senza il rinnovo della convenzione confermano il pieno impiego del personale dell’azienda per il proseguimento e l’esercizio delle linee programmate, anche in assenza della convenzione suddetta".
Mura ha scritto ai sindacati per avvertirli che la mancata approvazione della ristrutturazione metterebbe a serio rischio il salvataggio della compagnia con conseguenze “disastrose” per i suoi dipendenti e dell’intero Gruppo Onorato, di cui fa parte anche Moby. “Ciò alla luce anche delle istanze presentate da Grimaldi per l’annullamento dei bandi di gara sulla continuità territoriale marittima sulla Sardegna, all’interno delle quali, tra l’altro, attacca la clausola di salvaguardia", aggiunge il dirigente. E su Grimaldi, Mura aggiunge che “gli annunci a mezzo stampa del nostro competitor non corrispondono con i fatti prodotti, mettendo in seria discussione l'unico mezzo di salvaguardia per il personale quale la clausola sociale”.
Dopo avere ricevuto la lettera di Mura, la Fit Cisl ha dichiarato che “i fatti e le circostanze ci inducono a sollecitare una presa d’atto da parte dei commissari sulla giustezza e sulla tenuta del piano di rientro, presentato dal gruppo Onorato, considerando che il 94% dei creditori ha accettato convintamente le soluzioni proposte. La salvaguardia del lavoro e dell’occupazione viene prima di qualunque altro scontro e a prescindere dall’ampiezza del contenzioso che comunque avrebbe un ampio e soddisfacente ristoro. Auspichiamo che entro domani (29 marzo, ndr) anche il Mise si dichiari favorevole a consentire la definizione di una delicata partita economica, il cui impensabile esito negativo avrebbe purtroppo pesanti ed irreparabili ricadute sul lavoro di migliaia di lavoratori marittimi”.