Disinnescata definitivamente quella che gli oppositori identificavano come una possibile mina posta lungo il cammino della nuova ferrovia Torino-Lione. L’accusa mossa da chi contesta questa grande opera internazionale era che la Francia, al di là degli annunci favorevoli in tutte le sedi istituzionali, non ha mai messo a bilancio e garantito i finanziamenti necessari, quasi a riprova che in quest’opera non ci credesse fino in fondo.
Lasciando da parte il fatto che quest’affermazione non è comunque corretta, la definitiva conferma di come la strada appare spianata viene dalla convenzione sottoscritta a fine marzo 2021 tra Telt, il promotore pubblico responsabile della realizzazione e della gestione della sezione transfrontaliera con il tunnel di base del Moncenisio, e il ministero francese della Transizione ecologica, attraverso l’Afitf, l’agenzia per il finanziamento delle infrastrutture di trasporto in Francia.
L’accordo finanzia per tutto il 2021 i lavori definitivi e assegna, come quota dello stato francese, ulteriori 855 milioni di euro che si aggiungono ai circa 500 milioni già stanziati per un totale di 1,4 miliardi, somma che costituisce più della metà del totale dei fondi di competenza della parte francese.
Da dove erano nate allora le polemiche innescate dai No Tav? Dal meccanismo di finanziamento che in Italia e in Francia segue regole diverse e offre un quadro di lettura non corretto, quasi come se la Francia negasse fino all’ultimo i fondi necessari, mettendo in discussione ogni volta la realizzazione dell’opera. In realtà, mentre in Italia il finanziamento dei primi due lotti costruttivi era stato deliberato dal Cipe nell’agosto 2017 e quindi garantito fino al loro completamento, il finanziamento a carico dello Stato francese, così come per tutti gli altri analoghi investimenti infrastrutturali, viene garantito annualmente, secondo un piano presentato dal Governo al Parlamento e con apposita convenzione con l’agenzia Afitf.
“Questa procedura non ci impedisce in alcun modo di avere a disposizione i fondi necessari, come sta avvenendo in questo momento per il tunnel principale”, ha puntualizzato respingendo le accuse il presidente di Telt, Hubert du Mesnil. “Le procedure di natura tecnica non possono in alcun modo essere considerate come una messa in dubbio della volontà e della capacità degli Stati e dell’Europa di assicurare la loro parte di finanziamento fino alla fine, come previsto dai trattati approvati dai Parlamenti. Una cosa è chiara: il progetto non sarà fermato per mancanza di fondi ed è ora nella sua fase finale con la prossima aggiudicazione dei tre lotti principali del tunnel di base, e il completamento di quasi il 20% della lunghezza totale delle gallerie”.
Piermario Curti Sacchi