Anche se solo pochi costruttori di veicoli industriali lo ammettono ufficialmente, tutti stanno subendo la carenza di microprocessori per la produzione, che sta rallentando la produzione di automezzi in Europa e negli Stati Uniti. Il fenomeno è apparso nel primo trimestre del 2021, ma continuerà anche nel secondo. Lo ha dichiarato all’inizio di aprile un portavoce del Gruppo Volvo (che controlla Renault Trucks e Volvo Trucks) al giornale Automotive Logistics, precisando che il Gruppo potrebbe sospendere la produzione per una o due settimane nei suoi stabilimenti del mondo, compresi quelli europei di Belgio e Svezia, dove è appena iniziata la produzione delle nuove generazioni di FH, FMX e FM. Il fermo potrà essere attuato in modo diverso secondo gli stabilimenti. A marzo anche Scania ha dichiarato che avrebbe potuto sospendere per breve tempo la produzione per la mancanza di semiconduttori.
Anche negli Stati Uniti i costruttori stanno subendo le conseguenze della mancanza di semiconduttori. La Paccar sta cercando un approccio alternativo alla sospensione della produzione: l’assemblaggio prosegue e se mancano i semiconduttori i veicoli che ne sono privi vengono stoccati in attesa di completarli appena arriva una nuova fornitura. Un sistema che però non salva l’azienda statunitense (che in Europa controlla Daf Trucks) dal rallentare le consegne. Nel primo trimestre ha consegnato quasi tremila unità in meno rispetto a quanto programmato. Anche Paccar conferma che il problema proseguirà nel secondo trimestre.