La mattina del 12 aprile 2021 la Divisione Distrettuale Antimafia di Potenza e Lecce ha disposto un’ampia operazione nelle provincie di Salerno, Napoli, Avellino, Caserta, Cosenza e Taranto - che ha coinvolto 410 agenti della Finanza, dei Carabinieri e della Polizia – nell’ambito di un’inchiesta su una grande frode fiscale nel commercio di gasolio. I magistrati hanno posto sotto indagine oltre cento persone e hanno disposto 45 misure cautelari, di cui 26 in carcere, 11 ai domiciliari, 6 divieti di dimora e due sospensioni dal servizio per sei mesi.
L’operazione ha anche portato al sequestro d’immobili, aziende, depositi di carburante e veicoli industriali. Oltre che frode fiscale, gli indagati sono accusati anche d’intestazione fittizia di beni e società, riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. L’organizzazione di contrabbandieri sarebbe connessa a famiglie mafiose casalesi e tarantine.
La frode è avvenuta vendendo come gasolio per autotrazione quello agricolo (che è colorato di verde) che beneficia di un’accisa minore, utilizzando una rete di distributori no-logo controllati dalla banda. Il gasolio era ceduto tramite libretti Uma clonati da imprese agricole ignare della frode soggetti che lo vendevano in nero, con guadagni di circa il 50% su ogni litro di carburante.
La frode era molto sofisticata, al punto che riusciva a ingannare il sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate e autobotti equipaggiate con una pompa che, nel caso di controlli su strada, iniettava colorante verde nel carburante. Secondo gli inquirenti, quest’attività ha fruttato all’organizzazione circa trenta milioni di euro l’anno. Al termine dell’indagine sono stati sequestrati beni per 50 milioni di euro.