È difficile non pensare al classico esempio in cui si dice che la mano destra non sa che cosa fa la sinistra. Nel momento in cui il Governo a metà aprile 2021 attraverso il ministero delle Infrastrutture ha nominato 29 commissari straordinari per sbloccare 57 opere pubbliche, tra le quali è stato indicato anche quello che dovrebbe sovrintendere alla linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, quasi contestualmente in sede parlamentare e quindi nella successiva messa a punto del Recovery Plan (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ha previsto un progetto molto più ambizioso di quello delineato precedentemente.
Quello commissariale così come indicato abbraccia un’ipotesi minimale che è stata presentata come “Potenziamento tecnologico e interventi infrastrutturali linea Salerno-Reggio Calabria”, quello inserito nel Pnrr è un progetto multimilardario che intende realizzare una linea ad Alta velocità classica (fino a 300 km/h per i treni passeggeri) da Salerno fino a Reggio Calabria con una variante veloce rispetto alla ferrovia attuale, abbandonando la costa per passare da Cosenza.
Sei lotti per un costo che potrebbe essere ipotizzato in 20 miliardi euro, da realizzare per tappe funzionali, la prima entro il 2026 con previsioni, del tutto ottimistiche, di completare l’intero itinerario nel 2030. Nel documento si legge: “Si estenderà l’Alta velocità al Sud, con la conclusione della direttrice Napoli-Bari, l’avanzamento ulteriore della Palermo-Catania-Messina e la realizzazione dei primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio Calabria e Taranto-Potenza-Battipaglia”. E poco più avanti: “al completamento dell'intero progetto, il tempo di percorrenza sarà ridotto di 80 minuti; inoltre, ci sarà un miglioramento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci, in particolare per il porto di Gioia Tauro”.
Un progetto quest’ultimo che cancella con un tratto di penna le varie ipotesi di tracciato finora emerse e generalmente condivise, quelle di una linea costiera in parziale variante rispetto a quella attuale. Qui invece la scelta è netta: passare da Cosenza, favorisce l’inserimento della Calabria centrale nella rete AV nazionale, realizza quindi un nuovo corridoio, ma sposa una soluzione trasportistica estrema.
C’è da chiedersi se questa ipotesi è avvalorata da studi sui flussi passeggeri e merci ed economicamente sostenibile anche nell’ipotesi assolutamente benevola di un investimento parzialmente a fondo perduto per favorire il Mezzogiorno e agganciarlo alle grandi reti nazionali. Il piano dei 29 commissari prevede di sbloccare opere per un valore totale di 28,6 miliardi riferiti a tutti gli interventi ferroviari al Sud nel loro complesso, comprese Puglia e Sicilia. Qui ne sono previsti venti solo per la Salerno-Reggio e raccordi. Resta da definire a questo punto il ruolo del commissario. Si limiterà al “potenziamento tecnologico” previsto dal suo ingaggio iniziale oppure sovrintenderà al nuovo progetto miliardario?
Piermario Curti Sacchi