Mentre il nodo del rinnovo della concessione non viene ancora sciolto, ma solo posticipato nel tempo, l’Autostrada del Brennero conferma il primo lotto del più importante investimento programmato, l’adeguamento con la realizzazione di una terza corsia nella tratta da Verona Nord all’innesto con l’Autosole a Campogalliano. La concessionaria autostradale, vincolata in teoria solo all’ordinaria amministrazione, anticipa così gli investimenti previsti dal futuro piano finanziario.
E tutto questo mentre non si sblocca la telenovela del rinnovo della concessione che va avanti a colpi di proroghe e a ipotesi di lavoro finite più volte sui tavoli di discussione tra i soci, il ministero competente e le autorità di Bruxelles. L’ultima proroga, fino al 31 luglio 2021, rispetto alla scadenza prima fissata al 30 aprile 2021, è contenuta nel “decreto sostegni” in fase di approvazione. A sua volta la complessa materia concessoria era stata oggetto di un intervento in extremis contenuto nella legge 18 dicembre 2020, il Decreto Ristori. E tutto questo sullo sfondo di una concessione scaduta formalmente il 30 aprile 2014, passata di proroga in proroga e non ancora rinnovata.
Qual è il contendere? In accordo con le autorità di Bruxelles si è prefigurata l’ipotesi di costituire una società in-house composta solo da soci pubblici (che comunque hanno sempre avuto storicamente la maggioranza) che possa così ottenere direttamente la concessione per trent’anni. Questa ipotesi societaria eviterebbe l’obbligo comunitario di avviare una gara europea sulla concessione. I soci privati che rappresentano una quota del 14,15% verrebbero liquidati, ma è su questo aspetto che la controversia è tuttora aperta.
I privati per farsi da parte vorrebbero un risarcimento di 160 milioni di euro, mentre la Corte dei Conti a suo tempo aveva invece fissato un valore di 70 milioni, soglia oltre la quale potrebbe prefigurarsi il danno erariale. Ma il vero nodo sta nel comprendere o meno nella transazione il valore del “fondo ferrovia” istituito con la Finanziaria 1997 per sostenere gli investimenti sulla ferrovia del Brennero, fondo che l’ultimo Decreto Ristori esclude per la determinazione del valore di liquidazione delle azioni detenute dai privati. Attualmente nel fondo sono accantonati circa 750 milioni di euro esentasse.
Nonostante il destino della società sia tuttora in alto mare, la concessionaria ha già approvato il progetto esecutivo del primo dei tre lotti nei quali è suddiviso l’adeguamento alla terza corsia. Si tratta dell’innesto tra l’Autobrennero, la A1 e la futura bretella Campogalliano-Sassuolo, un’opera da 138 milioni di euro utile per potenziare e decongestionare l’attuale innesto tra le due autostrade alle porte di Modena, dove nel 2019 sono transitati 16 milioni di veicoli.
L’opera d’arte principale di questo primo lotto sarà un sovrappasso a campata unica lungo 87 metri con il quale la A22 scavalca l’Autosole. Particolarmente curato anche l’aspetto estetico: l’impalcato, come si legge nel progetto, “sarà sostenuto mediante stralli da due portali laterali a bipode costituiti da due puntoni circolari e da una sfera cava in sommità verso la quale convergeranno gli stralli di appensione dell’impalcato, con disposizione a ventaglio, e gli stralli di riva di stabilizzazione”. Insomma, una vera porta d’ingresso a sud e biglietto da visita per la (futura) concessionaria.
Piermario Curti Sacchi