I sindacati di base più attivi nella logistica, ossia il SiCobas e l’Unione Sindacale di Base (Usb), si schierano contro la firma dell’accordo sul rinnovo del contratto nazionale Logistica, Trasporto Merce e Spedizione e annunciano battaglia. Il SiCobas non usa mezzi termini e in una nota del 22 maggio 2021 definisce il rinnovo un “bidone” firmato “nel chiuso delle stanze del Palazzo”.
La sigla afferma che l’accordo, raggiunto solo per la parte economica, “concede briciole”. SiCobas porta l’esempio di un lavoratore del quinto livello che “dopo ben diciassette mesi dalla scadenza del contratto avrà nel mese di ottobre di quest’anno 15 euro lordi di aumento e arriverà ad un massimo di 88 euro lordi entro il 2024 con altre tre tranche nei mesi di ottobre 2022, ottobre 2023 e marzo 2024”.
Il sindacato dichiara di “non rinunciare ovviamente alle battaglie che non abbiamo mai smesso di fare per ottenere quegli obiettivi che abbiamo rivendicato nella nostra piattaforma di lotta e che deve andare a toccare, oltre che consistenti aumenti salariali ( in questo senso già sono stati ottenuti importanti risultati in Brt e in Gls attraverso l’istituzione di premi di risultato e aumento del ticket), anche modifiche migliorative sul lavoro notturno, sulla condizione del personale viaggiante (cancellazione dell’art.11 bis e 11 quinques – sul lavoro discontinuo, aumenti della trasferta), sugli scatti di anzianità, sulla necessità di garantire i lavoratori dichiarati inidonei, ecc.), sulla necessità di garantire i diritti sindacali in base alla rappresentanza reale all’interno dei posti di lavoro, sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, eccetera”.
L’ Unione Sindacale di Base ritiene l’accordo “imbarazzante, per non dire umiliante” e definisce l’aumento salariale concordato “il più ridicolo degli ultimi 25 anni”. L’Usb spiega che “per i lavoratori con i livelli più bassi, che tra l'altro sono la stragrande maggioranza nel settore, l'aumento sarà al massimo tra 80 e 60 euro lordi, che verranno erogati in quattro comode rate a partire da ottobre 2021 fino al 2024”.
L’Usb affronta anche la parte normativa, non interessata dal rinnovo: “Tutto rimane fermo al rinnovo 2017, quindi nonostante il momento fosse propizio per chiedere un significativo miglioramento delle condizioni degli operatori del settore, rimane l'estensione oraria a 44 ore per i drivers, non viene trovata né cercata alcuna soluzione al problema del pagamento dei danni e/o delle franchigie sui mezzi, rimane lo strumento della flessibilità concessa con il penultimo rinnovo ai padroni, rimangono le tempistiche bibliche per il passaggio di livello dei magazzinieri, compresi gli inquadramenti ormai obsoleti e non in linea con l'avanzamento del settore. Invece la clausola sociale rimarrà parziale e continuerà ad essere tema di scontro in sede di cambio appalto”. Il sindacato invita quindi i lavoratori alla mobilitazione per sostenere la sua piattaforma.