La portacontainer X-Press Pearl è diventata uno scafo che contiene una massa informe che una volta erano i container che trasportava. Dopo avere contenuto l’incendio, la nave è una massa fumante che rilascia in mare e nell’aria sostanze inquinanti, perché molti contenitori erano carichi di merci pericolose, tra cui 25 tonnellate di acido nitrico e soda caustica, e di milioni di pellet di polietilene per imballaggio che hanno raggiunto la costa dello Sri Lanka, coprendo le spiagge alla periferia di Colombo, la capitale dove doveva approdare la portacontainer.
Lo scafo ha tenuto e finora non c’è stata alcuna perdita di carburante. Una volta estinti gli ultimi focolai, grazie anche all’intervento della Guardia Costiera indiana, si cercherà si trainare ciò che resta della portacontainer in un luogo sicuro. Intanto, le Autorità della Stato asiatico hanno aperto un’indagine e hanno annunciato di voler intraprendere azioni legali contro il proprietario della nave, la compagnia X-Press Feeder.
Le Autorità dello Sri Lanka affermano che ben prima che scoppiasse l’incendio l’equipaggio aveva rilevato una perdita di acido nitrico da un container e approfondiranno la questione interrogando i venticinque membri dell’equipaggio, che sono stati evacuati indenni dalla nave e ora sono in quarantena a Colombo. L’ipotesi è che le fiamme siano state causate proprio da tale perdita. L’acido nitrico può reagire con basi e metalli producendo gas infiammabile o esplosivo.
Nei giorni scorsi è apparsa anche la notizia che dopo avere rilevato la perdita, il comandante della X-Press Pearl ha chiesto di scaricare il container nei due porti che la nave ha toccato prima di dirigersi verso Colombo, ossia Hamad (Qatar) e Hazira (India), ma senza ottenere l’autorizzazione. Se ciò fosse avvenuto probabilmente non ci sarebbe stato alcun incendio.
Articolo aggiornato il 30 maggio 2021