Nel 2020 su 68 progetti infrastrutturali analizzati in tutto il Nord Italia, solamente 21 (il 31%) hanno soddisfatto il cronoprogramma previsto, mentre 24 (il 35%) hanno avuto un avanzamento inferiore alle previsioni e addirittura 23 risultano completamente fermi (pari al 34%). Un terzo delle opere, insomma, è al palo. Questo dato è quanto emerge dal rapporto OTI Nord 2020 (Osservatorio Territoriale Infrastrutture), un’indagine condotta congiuntamente da tutte le associazioni appartenenti alla Confindustria delle sette regioni del Nord Italia. Quattro i corridoi internazionali considerati (Mediterraneo, Reno-Alpi, Scandinavo-Mediterraneo, Baltico-Adriatico), con l’insieme di opere ferroviarie e stradali, trafori e valichi, nodi logistici, porti, aeroporti e nodi infrastrutturali metropolitani.
Limitando l’analisi ai grandi assi ferroviari, le opere analizzate sono quindici. Il rapporto mette a confronto lo stato di avanzamento nel 2020 rispetto al 2019. Di queste, sei sono contraddistinte dalla luce verde, classico colore del via libera, per indicare come i progetti e i cantieri procedono rapidamente, o quasi, una è tinta di giallo (opere con avanzamento in corso ma inferiore alle attese), mentre il semaforo rosso segnala in modo inequivocabile il fermo per sette opere, e sono di quelle che pesano e non poco. In dettaglio, non avanzano neppure di un millimetro quattro interventi che fanno parte della ferrovia di connessione al Gottardo, e quindi al corridoio svizzero AlpTransit, e precisamente la gronda nordest con il quadruplicamento della Chiasso-Seregno e con il collegamento Seregno-Bergamo, il raddoppio della Laveno-Luino e il raddoppio della Vignale (Novara)-Oleggio-Arona.
Fermo anche il potenziamento della Milano-Tortona, con i tre previsti parziali quadruplicamenti, e ancora alla casella di partenza la ferrovia Genova-Ventimiglia con il raddoppio della linea costiera nei tratti a binario singolo su tracciato ottocentesco. Giudizio negativo, nel rapporto OTI, anche sulla ferrovia Pontremolese, la Parma-La Spezia, anche se in questo caso qualcosa si muove, almeno dal punto di vista della progettazione. L’unico inserito nella casella di colore giallo è l’asse ferroviario tra Brescia, Verona e Padova.
Luce verde e via libera per sei opere. Tra queste, nel quadrante occidentale, troviamo il Terzo Valico dei Giovi e la nuova linea Torino-Lione, in quanto tutti i lavori appaltati sulla sezione transfrontaliera sono in corso (anche se a dire il vero, la tratta nazionale italiana tra Torino e Bussoleno, è tutt’altro che definita). Promosso anche l’asse ferroviario Monaco-Verona con la galleria di base del Brennero in avanzata fase di costruzione (ma solo sul lato italiano) e il potenziamento della linea storica con la prima variante prioritaria Fortezza-Ponte Gardena con appalto aggiudicato e altre due varianti (Bolzano e Trento-Rovereto) in progettazione avanzata in accordo con gli enti locali. Completati anche i lavori di potenziamento della ferrovia adriatica tra Bologna e Rimini, mentre la Venezia-Trieste viene inserita in questa casella in modo eccessivamente ottimistico, perché di fatto è ancora sulla carta. Tra i nodi metropolitani, che comunque hanno una ricaduta anche per il servizio merci, luce verde per quello di Genova collegato con il Terzo valico, mentre resta al palo il potenziamento della Rho-Gallarate.
Piermario Curti Sacchi