Nonostante negli ultimi anni siano aumentati i sequestri di cocaina in diversi porti, soprattutto del Tirreno settentrionale, la funzione di principale scalo gateway per i container italiani del terminal container di Gioia Tauro lo rende l’approdo principale per questa droga, che a volte prosegue via terra in Italia e altre volte viene reimbarcata per altre destinazioni del Mediterraneo. Una conferma di questo ruolo viene dal sequestro annunciato il 5 giugno 2021 dalla Guardia di Finanza di Gioia Tauro: una tonnellata di cocaina pura nascosta in un carico di banane di un container imbarcato in Ecuador. Più precisamente, sono 1126 chilogrammi di sostanza pura che avrebbe potuto essere tagliata fino a quattro volte per raggiungere un valore di mercato di ben 225 milioni di euro.
In questo caso, il container era in transito a Gioia Tauro e aveva come destinazione un porto della Turchia. In una nota, la Finanza precisa che “le modalità di occultamento dello stupefacente si dimostrano spesso differenti e sempre in via di evoluzione, obbligando gli investigatori a perfezionare di volta in volta le metodologie operative”. La droga è stata individuata tramite lo scanner delle Dogane, che finora ha analizzato 2100 container provenienti dal Sud America. A maggio la Finanza ha scoperto nel porto calabrese 400 chili di cocaina (che sono stati fatti proseguire su strada fino in Kosovo per scoprire i veri destinatari) e a febbraio ha trovato 1300 chili, sempre di cocaina pura, in un container carico di caffè.