Il 18 giugno le piattaforme logistiche dove è presente il sindacato di base SiCobas potrebbero subire rallentamenti o fermi a causa dello sciopero nazionale indetto per quel giorno dalla sigla, alla vigilia della manifestazione che avverrà a Roma il giorno successivo. I due motivi dello sciopero sono la liberalizzazione dei subappalti contenuta nel Decreto Semplificazioni e i licenziamenti di FedEx, con la chiusura della piattaforma logistica di Piacenza.
Nel comunicato che annuncia lo sciopero, SiCobas spiega che “i lavoratori della logistica in questi anni hanno sperimentato sulla propria pelle che i subappalti servono unicamente ad abbassare al minimo i livelli salariali e le tutele sui luoghi di lavoro, a creare una fitta barriera di intermediari tra i lavoratori e le aziende committenti per aggirare i contratti collettivi nazionali e ad alimentare i volumi d’affari dei caporali e della criminalità organizzata”.
Sulla vertenza FedEx, la sigla scrive che la società ha “dapprima chiuso l’hub di Piacenza dalla sera alla mattina buttando per strada 272 famiglie, poi con la complicità di Cgil-Cisl-Uil ha avviato un processo di internalizzazione che cancella tutte le conquiste ottenute dai lavoratori negli ultimi dieci anni, esclude le unità affette da patologie fisiche, introduce nei magazzini un clima di terrore ed estromette il sindacalismo di base (in primis il SiCobas) dai tavoli di trattativa sebbene questi ultimi rappresentino la maggioranza dei lavoratori”.
Nella convocazione, il sindacato cita anche il rinnovo del contratto nazionale Logistica, Trasporto Merce e Spedizione, contestato da SiCobas perché porta “aumenti di poche decine di euro che non serviranno neanche a compensare la probabile ripresa dell’inflazione e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità: uno schiaffo in pieno volto per quelle centinaia di migliaia di lavoratori del settore che solo un anno fa era stato celebrato dal governo e dai padroni come strategico per far fronte al dilagare della pandemia”.