La crisi degli autisti di veicoli industriali esplosa questa estate in Gran Bretagna – favorita dalla pandemia e dalla Brexit – sta causando gravi problemi nel rifornimento di supermercati, distributori di carburanti e catene della ristorazione provoca una competizione tra operatori dell’autotrasporto, che offrono incentivi ai nuovi autisti e aumenti di retribuzione a quelli già impiegati. In particolare, le catene della grande distribuzione, che hanno maggiore disponibilità a offrire incentivi e aumenti, stanno sottraendo autisti dalle imprese di autotrasporto in conto terzi, soprattutto a quelle che hanno minori margini, come chi opera nel container.
Ma di quanto stanno crescendo le remunerazioni degli autisti britannici? Non esiste una rilevazione ufficiale, ma un paio di fonti hanno fatto delle stime. La prima viene dalla rete televisiva Bfmtv, che cita un dato dell’agenzia di reclutamento Adzuna secondo cui lo stipendio medio annuale di un camionista è aumentato da 30mila a 37mila sterline (ossia da 35mila a 43mila euro) tra marzo e agosto 2021. Il quotidiano economico Financial Time scrive che in alcuni casi la retribuzione annua ha raggiunto le 50mila sterline (ben 60mila euro).
Bfmtv aggiunge che nonostante questi aumenti resta difficile trovare autisti, a causa delle pesanti condizioni di lavoro. Chi lo ha lasciato non ha l’età e la voglia di ricominciare, mentre per formare i giovani, sempre che ve ne siano, ci vuole tempo. Inoltre è difficile che tornino gli autisti immigrati che nel frattempo hanno lasciato la Gran Bretagna a causa della pandemia e della Brexit, anche perché si stanno reimpiegando in Paesi dell’Unione Europea, che a loro volta cercano autisti e dove hanno libera circolazione. Per comprendere l’entità del fenomeno, nell’ultimo decennio il numero di patenti superiori conseguite in Gran Bretagna è calato da 91mila a 69mila.