All’inizio di settembre 2011, la compagnia ferroviaria cinese China State Railway Group ha comunicato che nei primi otto mesi dell’anno hanno viaggiato tra Cina ed Europa 10.300 treni merci, con un aumento del trenta percento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questi convogli trasportano container e la quantità totale ha toccato i 964mila teu, con un aumento annuale del 40%. Questi risultati anticipano di due mesi le previsioni per il 2021. Oltre al numero dei treni crescono anche i collegamenti, che finora raggiungono 170 città in 23 Paesi usando 73 rotte.
Una nuova rotta è aperta dal convoglio con cinquanta container che il 29 agosto ha lasciato la città cinese di Chongqing per la capitale ucraina Kiev. Il treno attraverserà a Erenhot il confine con la Mongolia Interna per raggiungere la sua destinazione entro metà settembre. Finora, le merci da Chongqing (hub merci importante della Cina sud-orientale) dirette in Ucraina dovevano passare dalla Bielorussia o dalla Polonia. Nella prima metà del 2021 sono partiti da Chongqing per l’Europa 1359 treni, con un aumento annuo del 50%.
Restando nell’Europa orientale, il 23 agosto è partito da Changsha, la capitale dello Hunan, il primo treno diretto per la città russa di Minsk, dove arriverà dopo 17 giorni con cento container che trasportano un carico dal valore complessivo di 4,38 milioni di dollari. Questo è il primo treno di “libero scambio”, ossia che parte dopo l’avvio della Hunan Pilot Free Trade Zone, dove operano 3295 imprese. Dall’inizio dell’anno sono partiti da Changsha 579 treni merci.
Per l’Europa occidentale è iniziata una nuova rotta tra Wuwei (nella Cina nord-occidentale) e Amburgo, che transita dal passo di Alataw. Il primo convoglio ha trasportato merci per 5,67 milioni di dollari, mentre alla fine di agosto è arrivato a Liegi il primo convoglio partito da Zhengzhou e che ha fatto scalo ad Hanoi, inaugurando la triangolazione Cina-Vietnam-Belgio. Infine, dalla Spagna giunge la notizia che il collegamento tra Yiwu e Madrid, considerato il più lungo tra Cina ed Europa, ha aumentato i volumi trasportati del 110% durante la pandemia di Covid-19.
Lo sviluppo del trasporto ferroviario tra Cina ed Europa porta però con sé i germi di un problema ormai cronico nel trasporto marittimo, ossia la congestione. In questo caso potrebbe colpire sia i terminal europei, sia alcuni passaggi di frontiera. Un primo allarme è stato lanciato alla fine di agosto da Geodis per il passaggio di Alashakou tra Cina e Kazakistan, a causa delle restrizioni cinesi contro la nuova ondata di Covid-19. In questo passaggio, nell’ultima settimana di agosto si sarebbe formata una fila di una cinquantina di treni per la chiusura dei punti di frontiera cinesi di Khorgos e Buktu, nella provincia dello Xinjiang.