La carenza di microchip per gli autoveicoli innescata dalla pandemia di Covid-19 prosegue anche dopo la fase più acuta dell’emergenza e la società di consulenza AlixPartners stima che nel 2021 impedirà la produzione di 7,7 milioni di veicoli, compresi quelli per il trasporto delle merci, con un mancato introito per i costruttori di 210 miliardi di dollari. Questo valore è già il doppio di quello previsto lo scorso maggio.
Il periodo peggiore è stato il secondo trimestre del 2021 e la sperata ripresa della produzione di microchip non è neppure iniziata, a causa anche della diffusione della variante Delta del virus Sars-Cov-2 e di nuovi focolai di Covid-19 nel sud-est asiatico. AlixPartners ritiene che la carenza di microchip proseguirà almeno sino al secondo trimestre del 2022, salvo altre crisi non solo nell’industria, ma anche nella filiera logistica.
Nella produzione di veicoli industriali statunitense la crisi è iniziata a gennaio 2021 nell'ambito della Classe 8, quella più pesante. A luglio sono uscite dalle fabbriche 14.920 unità, mentre il numero dei veicoli ordinati ma non consegnati è triplicato rispetto allo stesso mese del 2020, raggiungendo le 262.100 unità, secondo quanto afferma Act Research. Ciò avviene in una fase di forte domanda di veicoli pesanti: solo ad agosto gli ordini negli Usa sono stati di 36.900 unità.
Per soddisfare tale domanda, alcuni costruttori stanno spostando la fornitura di semiconduttori dai camion medi a quelli pesanti, altri assemblano gli automezzi e li lasciano nei piazzali nell’attesa di completarli con i microchip. Ma la carenza non si limiterebbe ai semiconduttori: secondo la società di ricerca Ftr, cominciano a mancare anche cablaggi, specchi retrovisori e componenti in plastica.
Anche i costruttori di veicoli industriali europei subiscono questa crisi, che affrontano con chiusure temporanee delle fabbriche. L’amministratore delegato di Traton (la holding che controlla Man e Scania) ha confermato che la carenza non riguarda solo l’elettronica, ma anche altri componenti, a causa della scarsità di materie prime, concordando che la crisi durerà almeno fino all’inizio del 2022. Per affrontare la crisi, i marchi di Traton prelevano componenti da veicoli completi che sono invenduti per montarli su quelli già ordinati, ma evidentemente è una soluzione temporanea.