Cresce l’offerta da parte dell’industria e la presenza su diverse reti ferroviarie di locomotive di grande potenza pensate espressamente per i servizi merci, una realtà fino a pochi anni fa sconosciuta. A essere coinvolti sono soprattutto i mercati in forte sviluppo come quelli dell’Europa dell’est e quelli lungo i corridoi trans-asiatici valorizzati dalle nuove relazioni commerciali. Non a caso l’ultimo esempio di questa evoluzione del mercato riguarda l’Azerbaigian, una nazione cerniera nello scacchiere asiatico e inserita lungo l’itinerario della Via della Seta.
Le ferrovie dell’Azerbaigian (ADY) hanno acquisito i primi sette esemplari all’interno di una commessa di 40 macchine per treni merci pesanti, prodotte da una consociata in Kazakistan del gruppo Alstom. Caratterizzate dalla sigla T8 AZ8A, fanno parte della famiglia Prima e rappresentano una delle locomotive più potenti al mondo.
Sono costituite da due sezioni articolate da 25 tonnellate per asse (codifica non presente sulla rete italiana Rfi) e sono in grado di trainare un treno merci fino a 9000 tonnellate a 120 km/h, prestazioni e composizioni impensabili sulla rete dell’Europa occidentale. Le Prima T8 AZ8A hanno una potenza continua installata di 8800 kW (analoga ai 9000 kW delle Euro9000 di Stadler rispetto ai 6400 kW di una macchina standard, come le Vectron di Siemens).
Queste locomotive circoleranno sul principale corridoio di transito merci dell’Azerbaigian che collega i porti del Mar Caspio fino al confine della Georgia, inserito negli itinerari che compongono la Via della Seta. Si tratta di un’infrastruttura che in tempi recenti è stata ammodernata e convertita dai 3 kV in corrente continua ai più prestazionali 25 kV in corrente alternata, in linea con lo standard internazionale sempre più diffuso. Le macchine sono state omologate per operare in scenari climatici difficili, possono infatti circolare sia in aree con temperature rigide a -25 gradi sia nell’attraversare aree desertiche a 50 gradi.
L’interesse sempre crescente nei confronti delle ferrovie dei paesi asiatici è testimoniato dalla presenza del gruppo Alstom che occupa un migliaio di dipendenti in Kazakistan, Azerbaigian e Uzbekistan con cinque depositi, un centro di riparazione e due stabilimenti di produzione e manutenzione ciclica.
Piermario Curti Sacchi