I porti potrebbero essere uno dei nodi critici nell’introduzione dell’obbligo di certificazione verde Covid-19 (Green Pass), che entrerà in vigore il 15 ottobre. La questione è già emersa a Trieste, dove il Coordinamento Lavoratori Portuali ha dichiarato che il quaranta percento dei portuali non è vaccinato e a ha annunciato il blocco del porto se non saranno attuate deroghe per questo comparto. Ma il Governo tiene duro e finora ha negato eccezioni, anzi il ministero dell’Interno ha diramato una circolare (numero 15350/117/2/1) con cui chiede alle imprese portuali di garantire tamponi per i lavoratori, fornendoli loro in modo gratuito. A questo provvedimento risponde l’associazione dei terminalisti Assiterminal, che ha scritto ai dirigenti degli Interni e del Mims (ex Trasporti).
Nella lettera, l’associazione premette che le attività complesse nei porti – con relazioni tra lavoratori pubblici, privati e utenti – rende difficile l’applicazione dell’obbligo e dei relativi controlli, e che finora le imprese hanno garantito la sicurezza dei lavoratori. Poi chiede ai ministeri di fornire dettagli su chi, nell’ambito di questo sistema complesso, dovrà fornire i tamponi gratuiti ai lavoratori che operano o entrano nei terminal. La lettera si conclude affermando che “ restiamo quantomeno perplessi che, a tre giorni dall’approssimarsi del 15 ottobre, anche il nostro comparto, che viene richiamato dal ministero dell’Interno tra i servizi essenziali, versi ancora in questa condizione, nonostante la evidente presa in carico da parte di tutte le aziende e delle organizzazioni sindacali nazionali di promuovere costantemente la tutela dei lavoratori e la salvaguardia delle attività economiche, in un contesto in cui i comportamenti irresponsabili non mancano di certo”.