Mentre Rfi ha annunciato che entro gennaio 2022 grazie al Pnrr saranno completati progetti per un valore di 12 miliardi di euro, la realtà quotidiana con la quale fare i conti è molto meno ambiziosa. Dal 26 ottobre 2021 l’Italia centrale dal punto di vista ferroviario non si può dire che sia spezzata in due, ma sicuramente qualche problema in più nell’esercizio quotidiano potrebbe averlo. Un banale ponte in ferro, oltretutto di modesta dimensione, nell’ambito della stazione di Fara Sabina, località in provincia di Rieti, posta lungo la linea lenta Roma-Firenze non è più in grado di sopportare carichi elevati. Per questo motivo, molti treni, tra cui tutti i merci, non possono più percorrere la tratta tra Settebagni, alle porte di Roma, e Orte.
Fortunatamente resta a disposizione la linea Direttissima tra le due medesime località laziali che può essere impegnata da tutte le categorie di treni, anche i convogli pesanti. Ma resta il fatto che la Direttissima è interessata da un intenso traffico tra passeggeri AV, intercity e regionali veloci e quindi dispone di poche tracce da destinare al transito di altri treni giudicati meno prioritari. Inoltre è previsto un altro limite, in quanto un treno veloce come un Frecciarossa, per ragioni di sicurezza, non viene fatto incrociare con un corrispondente treno merci sull’altro binario. Tutto questo fa sì che il traffico merci diventa quasi aleatorio.
Il ponte in ferro di Fara Sabina per problemi di staticità è stato declassato dalla codifica D4 di 22,5 tonnellate per asse, alla C3 che ne riduce la portata a 20 tonnellate, oltretutto con una riduzione significativa di velocità. Tradotto in pratica, questo significa che non è possibile il transito dei treni merci in quanto buona parte delle locomotive utilizzate da Mercitalia e dalle altre imprese ferroviarie hanno un peso assiale superiore a 20 tonnellate. Pertanto anche un semplice inoltro di una locomotiva isolata di rimando non è fattibile. Il ponte manifesta un problema strutturale e non contingente, quindi la riapertura all’esercizio senza vincoli di massa è subordinata a un intervento impegnativo. Ecco perché non è stata fissata una data di ritorno alla normalità.
Piermario Curti Sacchi