L’impennata dei noli del trasporto marittimo dei container tra Cina ed Europa potrebbero avere raggiunto il picco. Infatti, le rilevazioni di Drewry relative all’ultima settimana di ottobre 2021 mostrano un calo del tre percento di quelli tra Shanghai e i porti europei di Rotterdam e Genova. Ma restano comunque alti: nel primo caso il valore medio per un container da 40 piedi è di 14.062 dollari e nel secondo di 13.123 dollari. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’aumento è rispettivamente del 543% e del 389%. L’indice composito, ossia su tutte le rotte seguite da Drewry, è di 9669,47 dollari per container, con un calo del due percento rispetto alla settimana precedente.
Indubbiamente la frenata dei noli container è una buona notizia, ma non deve creare illusioni sul prossimo futuro. Secondo un’altra piattaforma di benchmarking delle tariffe e di market intelligence, la Xeneta, non appare all’orizzonte un cambiamento sostanziale. “Questo resta un mercato molto impegnativo per i caricatori e molto redditizio per i trasportatori”, afferma Patrik Berglund, Ceo della società. "Non abbiamo a che fare con gli aumenti astronomici che abbiamo sperimentato nei mesi passati - e in effetti alcuni traffici stanno sperimentando leggere riduzioni dei noli - ma nel complesso la freccia rimane decisamente rivolta verso l’alto".
Oltre all’elevato livello dei noli, persiste il secondo grave problema del trasporto marittimo, ossia la congestione dei porti. Quella del sistema portuale di Los Angeles-Long Beach ha assunto ormai dimensione internazionale e sta impegnando direttamente il presidente degli Stati Uniti, John Biden. Ma il fenomeno c’è anche in Europa. "Gli spedizionieri vogliono prevedibilità e ciò vale in modo particolare quando i periodi commerciali chiave, come il Natale, sono all'orizzonte”, spiega Berglund. “Invece stanno ottenendo catene di rifornimento intasate, capacità limitata (o nulla) dei vettori disponibili, tariffe che non possono controllare e un crescente senso d’incertezza”.
In conclusione, Berglung sostiene che “dopo un periodo così prolungato di crescita dei noli, sarebbe facile prevedere un aggiustamento verso il basso, ma con tutte le sfide della catena di approvvigionamento, la continua mancanza di capacità e la domanda in corso, non ci conterei”. Ma egli aggiunge che “questo è un mercato difficile da prevedere. Quindi consiglio di restare flessibili, attenti alle possibilità e informarsi con continuità”.