Dopo alcuni scioperi locali, la vertenza dei porti avviata dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti raggiunge un livello nazionale con lo sciopero di 24 ore proclamato per il 17 dicembre 2021. Nelle riunioni svolte al ministero Mims (ex Trasporti), le tre sigle hanno presentato alcune proposte ma, scrivono in una nota unitaria “sui porti il governo sta andando in direzione decisamente opposta”. Lo sciopero interesserà tutti i lavoratori portuali dipendenti e soci delle imprese articoli 16, 17 e 18 e dipendenti delle autorità di sistema portuale.
I sindacati contestano il provvedimento del Decreto Concorrenza che modifica l’articolo 18 della Legge 84/94, permettendo il cumulo delle concessioni per terminal delle stesse attività nel medesimo porto, che “desta grande preoccupazione perché per i porti di interesse nazionale e internazionale potrebbe determinare un abuso di posizione dominante”. Ma ciò che preoccupa maggiormente i sindacati è la mancanza di un “disposto normativo che impedisca l’interscambio di personale e quindi di manodopera tra diverse aree in concessione”. Inoltre nel Decreto non esistono accenni al fondo di accompagnamento all’esodo per i lavoratori portuali.
Un altro tema caldo per le sigle è l’autoproduzione, “che dopo l’intervento normativo contenuto nell’articolo 199 bis della Legge 77/2020, attende ancora oggi l’indispensabile Decreto attuativo che non deve snaturare la norma primaria”. Altri temi citati dai sindacati sono la sicurezza (per cui manca un intervento normativo, la necessità di emanare il Decreto attuativo per armonizzare norme specifiche del settore con il Testo Unico e l’inserimento del lavoro portuale tra le attività usuranti.