La variante Omicron del virus Sars-Cov-2, quello che causa la Covid-19, è ancora poco conosciuta ma sta destando molte preoccupazioni per la salute pubblica, ma anche il timore che possa portare a nuove limitazioni alla mobilità delle persone e delle merci. Per evitare che queste limitazioni si ripercuotano sui lavoratori e sulle imprese del trasporto, diverse organizzazioni internazionali e sindacati del trasporto stradale, marittimo e aereo si stanno mobilitando e scrivono ai Governi di non attuare nuove restrizioni al personale viaggiante che opera attraverso le frontiere, per non mettere a rischio le catene di approvvigionamento, che già sono in forte difficoltà.
Quattro di loro hanno stilato un documento comune: sono la Iata (trasporto aereo), l’Ics (trasporto marittimo), l’Iru (trasporto stradale) e l’Itf (federazione internazionale dei sindacati). Scrivono che solo nella prima settimana da quando l'Oms ha scoperto la variante Omicron, almeno 56 Paesi hanno reimposto vari gradi di restrizioni di viaggio. Le quattro sigle chiedono quindi la fine di un approccio “affrettato e frammentato” alle regole di viaggio: “Ora è il momento che i capi di stato ascoltino i leader dell'industria e i lavoratori, intraprendendo insieme un'azione decisiva e coordinata per alleviare la tensione sulla catena di approvvigionamento e sostenere una forza lavoro globale dei trasporti esausta durante l'intensa stagione delle vacanze”.
Secondo le associazioni, i recenti provvedimenti stanno rinnegando gli impregni assunti da diversi Governi nel settembre 2021 per garantire la circolazione libera e sicura dei lavoratori dei trasporti, fornire loro priorità per ricevere i vaccini riconosciuti dall’Oms, adottare protocolli di viaggio e di salute duraturi, creare certificati di vaccinazione armonizzati a livello mondiale e aumentare la fornitura globale di vaccini. Questi argomenti saranno al centro della riunione del 6 dicembre 2021 tra Organizzazione Mondiale della Sanità e Organizzazione Internazionale del Lavoro.
"Ancora una volta, la storia della Covid si sta ripetendo con i Governi che cambiano unilateralmente centinaia di regole che riguardano i lavoratori dei trasporti transfrontalieri nel giro di poche ore”, ha dichiarato il segretario generale dell'Iru Umberto de Pretto. “I camionisti sono di nuovo presi nel mezzo e pagano un prezzo pesante per fare semplicemente il loro lavoro e mantenere il funzionamento delle catene di fornitura globali. Loro, e tutti noi che contiamo sul loro servizio, meritano molto di più".
Sul versante aereo è intervenuto Willie Walsh, direttore generale della Iata: “Dopo quasi due anni che ci occupiamo di Covid-19, dovremmo essere andati oltre queste risposte impulsive, scoordinate e pavloviane. I funzionari della sanità pubblica ci dicono che dovremmo aspettarci che le varianti emergano. E quando vengono individuate, l'esperienza dimostra che sono già presenti in tutto il mondo. Le restrizioni alle frontiere che bloccano l'equipaggio aereo a fare il proprio lavoro non faranno nulla per prevenire questo, mentre infliggono gravi danni alle catene di approvvigionamento globale ancora in fase di recupero e alle economie locali”.
Per il trasporto marittimo è intervenuto Guy Platten, segretario generale dell'Ics: “Questo sembra il giorno della marmotta per i nostri settori dei trasporti. C'è un timore reale e legittimo che, a meno che non venga intrapresa un'azione coordinata dai leader mondiali, vedremo un ritorno al picco della crisi del cambio di equipaggio nel 2020, dove più di 400mila marittimi sono stati colpiti da restrizioni di viaggio inutilmente dure. I nostri lavoratori dei trasporti hanno lavorato instancabilmente negli ultimi due anni durante la pandemia per mantenere la catena di approvvigionamento globale in movimento, e sono al punto di rottura. Dicembre è tradizionalmente un periodo impegnativo per i marittimi che tornano a casa dalle loro famiglie e i governi devono loro la possibilità di passare quel tempo con i loro cari".
Per i sindacati dei trasporti ha parlato Stephen Cotton, segretario generale dell'Itf: "Gli stessi Governi che hanno bloccato l'accesso globale al vaccino sono ora i primi a chiudere i loro confini per tenere fuori la variante Omicron. Invece di perseguire una soluzione globale a questa pandemia, le loro decisioni rischiano ulteriormente il collasso della catena di approvvigionamento. Non è solo moralmente riprovevole, è un'autodistruzione economica. Abbiamo bisogno di un accesso universale ai vaccini ora. È imperativo per tutti noi dire ai Governi di smettere di inchinarsi a Big Pharma e aprire la strada in modo che ogni paese possa produrre i vaccini necessari per porre fine a questa pandemia".