Per le compagnie marittime che svolgono trasporto internazionale di container, la pandemia di Covid-19 è stata decisamente positiva, perché ha spinto in alto i noli e quindi i loro profitti, che nel 2021 potranno raggiungere la cifra record (in termini di ebit, ossia prima d’interessi e imposte) di 120 miliardi di dollari. Lo stima una ricerca diffusa all’inizio di dicembre 2021 da Alphaliner, una delle più autorevoli società di ricerca del trasporto container. E stiamo parlando solo delle prime dieci compagnie, che comunque hanno in mano la gran parte dei traffici intercontinentali. Questa cifra e di ben sei volte superiore a quella rilevata nel 2020 e che secondo Alphaliner potrà modificare la stessa struttura di questo settore.
Di questi 120 miliardi di dollari stimati, 80 sono già stati effettivamente rilevati nei primi nove mesi di quest’anno, con margini operativi del 56%, contro il 3,7% del 2018. Una parte consistente di questi profitti viene dalle rotte che attraversano il Pacifico, che avvantaggiano quindi i vettori che hanno prevalenza in questi collegamenti, ossia quelli asiatici, mentre gli europei operano in prevalenza su quelle, meno remunerative, tra Asia ed Europa. Ne beneficiano anche le compagnie più piccole, come per esempio la Pacific International Lines, che stava navigando in difficoltà finanziarie e che ora è tornata all’utile.
Le principali compagnie stanno usando questi enormi profitti sia per ampliare o rinnovare la flotta, sia per espandersi nei porti, nel trasporto terrestre e nella logistica, anche tramite acquisizioni miliardarie, come hanno fatto Maersk e Cma Cgm. Alphaliner nota la variante Omicron del virus Sars-Cov-2 potrebbe spingere gli utili delle compagnie marittime ancora più in alto nel 2022.