Le ferrovie svizzere non smentiscono la proverbiale abitudine a programmare minuziosamente la loro attività con i piani di sviluppo pluriennali. Puntuale, in quest’ultimo scorcio del 2021, è stata presentata la Strategia 2030 dove in una visione quasi decennale viene tracciato il futuro dell’azienda. In primo piano, in queste linee guida, ci sono la clientela e gli aspetti chiave della ferrovia: puntualità, affidabilità e sicurezza. Le Ffs vogliono diventare più flessibili ed efficienti e intendono crescere in modo mirato e intelligente (vale a dire nella digitalizzazione) dove la ferrovia ha i suoi punti di forza. Tra questi ci sono i servizi sulle lunghe distanze, come il trasporto merci.
Il documento Strategia 2030, non è un bel libro dei desideri, ma un piano di attuazione già stabilito e in parte già in fase operativa, in quanto per creare le basi necessarie, sono stati elaborati una serie di obiettivi intermedi da realizzare entro il 2025. Efficienza, flessibilità, crescita intelligente e redditività sono le parole che maggiormente ricorrono nella strategia messa a punto dalle ferrovie svizzere. Ma questo documento appare molto sbilanciato sul servizio passeggeri dove si prevedono le maggiori novità come il potenziamento dell’offerta e dei servizi che abbracciano a 360 gradi tutte le tipologie, dal trasporto cadenzato locale, a quello a lunga distanza, alla valorizzazione dell’offerta turistica, finora secondaria.
Sarebbe ingeneroso segnalare come le ferrovie svizzere ignorino nella loro strategia per il prossimo decennio il servizio merci. Così come è difficile pensare che al trasporto merci si dedichi meno spazio rispetto a quello passeggeri, solo perché il primo è già di ottimo livello. Certamente la Svizzera ha investito molto sulle merci: la nuova ferrovia transalpina centrata sull’asse del San Gottardo con un investimento complessivo dell’ordine dei 20 miliardi di euro è stata voluta in prima istanza per favorire il transito delle merci. Del resto la rete ferroviaria svizzera rappresenta una realtà ben consolidata, integrata e di fatto quasi un modello per le altre amministrazioni europee.
Il trasporto merci ha tracce garantite e il principio ambientale del trasferimento modale dalla gomma al ferro del traffico di transito da confine a confine caratterizzerà anche il futuro ferroviario elvetico. Tuttavia, come è stato osservato anche in occasione dell’ultima edizione a Lugano del convegno “Un mare di Svizzera”, la pianificazione infrastrutturale di lungo termine si presta anche a critiche: è considerata dinamica ma di fatto rigidamente condizionata dalle risorse dei fondi settoriali, come il Faif per le ferrovie. E presenta una tabella di marcia piuttosto rigorosa che parte nella primavera 2022 con la procedura di consultazione sulle linee direttive di Ferrovia 2050 per arrivare all’inizio del 2023 con la pianificazione delle future tappe di costruzione e nel 2025 all’esame parlamentare dei progetti di investimento 2040. Tutto deve rientrare in queste caselle, compreso il servizio merci che in questo primo round può contare solo sul potenziamento complessivo della rete e sulla digitalizzazione.
Piermario Curti Sacchi