L’estensione dell’obbligo del Super Green Pass (ossia la certificazione che si ottiene solo con la vaccinazione o con la guarigione dalla Covid-19) anche alcune categorie di lavoratori italiani suscita la reazione di Confitarma per quanto riguarda il trasporto marittimo. Essa esprime “viva preoccupazione” per le conseguenze sull’operatività delle navi se “non si terrà in debita considerazione la specificità del lavoro marittimo”, dichiara il presidente Mario Mattioli. Egli si riferisce in particolare all’obbligo dal 10 gennaio 2022 del possesso del Super Green Pass per viaggiare sui mezzi di trasporto e alla riduzione, dal 1° febbraio, della durata della certificazione da nove a sei mesi.
Confitarma chiede di tutelare alcuni casi caratteristici del trasporto marittimo. Il primo è quello dei marittimi cui scadrà la validità della vaccinazione durante l’imbarco, che difficilmente avranno la possibilità di ottenere la terza dose del vaccino. In tale caso, “ènecessarioche siaconsentitodi continuare a lavorare sulle navi di bandiera italiana fino al loro sbarco e, con riferimento ai marittimiresidentiinItalia,dipoterutilizzaregliusualimezziditrasportoperilloro rimpatrio e ritorno a casa (tutela che – come è noto – è anche prevista dalla Convenzione Internazionale del Lavoro Marittimo Mlc, 2006)”.
La seconda situazione riguarda i marittimi non comunitari che non sono vaccinati con i vaccini approvati dall’Ema e dall’Aifa o con quelli non riconosciuti dal ministero della Salute. Molti marittimi imbarcati su navi con bandiera italiana usano infatti altri vaccini e quindi non hanno il Green Pass. In questo caso “sarebbe necessarioconsentireatalimarittimi,qualorasbarchinosulterritorioitaliano,dipoteraccedere agli usuali mezzi di trasporto, anche se vaccinati con vaccino non approvato da Ema e comunque con un tampone negativo, unicamente ai fini del loro rimpatrio nel Paese di residenza”.
L’introduzione dell’obbligo del vaccino nel lavoro privato potrebbe introdurre “ulteriori difficoltà”. In questo caso, aggiunge Confitarma, bisogna esentare i marittimi imbarcati prima dell’entrata in vigore dell’obbligo, perché per loro sarebbe difficile se non impossibile ottenere la terza dose. Per i marittimi non comunitari bisognerebbe riconoscere la validità di vaccini ora non riconosciuti da Ema e Aifa, prevedendo comunque un tampone molecolare prima dell’imbarco.
“Come è evidentesi tratta di tutelare e individuare soluzioni ad hoc per lavoratori che rischiano pesanti penalizzazioni da tali misure dalle quali potrebbero derivare straordinariedifficoltàoperativeperlenavi”, conclude Mattioli.“Ciò,nonperchétalimarittimiscelgono consapevolmente di non vaccinarsi ma semplicemente perché, in ragione della peculiarità del lavoro marittimo, hanno difficoltà obiettive ad effettuare le vaccinazioni e mantenere il Super Green Pass o non hanno la possibilità di accedere ai vaccini approvati da Ema e Aifa”.