L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta portando ripercussioni anche nell’autotrasporto internazionale, perché le imprese europee impiegano migliaia di autisti di nazionalità ucraina, che potrebbero dover tornare in Patria per partecipare al conflitto. Ciò causerebbe vuoti negli organici di molte flotte, aggravando l’attuale carenza di autisti che colpisce l’intero continente. Alcuni segnali stanno già arrivando dalla Polonia, dove si stima lavorino nella filiera logistica 110mila ucraini. Nel Paese si sta mobilitando l’associazione degli autotrasportatori Transport i Logistyka Polska, che ha scritto al Governo per chiedere l’estensione automatica dei visti e dei permessi di lavoro dei lavoratori ucraini e la proroga della scadenza delle patenti per quelli che decideranno di rientrare nel Paese per prendere parte alla sua difesa.
Intanto alcuni Paesi stanno invitando le imprese di autotrasporto che hanno veicoli in Ucraina a farli uscire dal Paese. Lo ha fatto la mattina del 24 febbraio il ministero dei Trasporti rumeno. Però non sarà facile, perché ci sarebbero già problemi di approvvigionamento di carburante e si registrano lunghe file di veicoli alle frontiere tra Ucraina e Polonia, che per ora restano aperte, mentre sono chiusi i passaggi tra Ucraina e Bielorussia. Anche l’associazione lituana degli autotrasportatori Linava indica alle imprese di lasciare il territorio ucraino e suggerisce non non transitare in Bielorussia, bensì passare dalla Polonia.
C’è un altro aspetto della guerra che riguarda gli autisti ucraini che lavorano nei Paesi europei, soprattutto Polonia e Lituania. Quelli che guidano i veicoli industriali impegnati nei trasporti da e per la Russia potrebbero avere problemi a entrare in Russia, oppure potrebbero non volerlo fare per timore di aggressioni o arresti, riducendo così il flusso d’importazioni ed esportazioni. E la carenza di autisti renderebbe difficile sostituirli in breve tempo, imponendo comunque una riorganizzazione della movimentazione dei veicoli.