Com’era prevedibile, le compagnie marittime europee stanno aderendo alle sanzioni contro la Russia e negli ultimi giorni hanno annunciato la sospensione degli scali nei porti russi. Lo hanno annunciato le due principali compagnie del mondo, Maersk e Msc. La società danese comunicò già il 24 febbraio, a poche ore dall’inizio dell’invasione, la sospensione delle prenotazioni di spedizioni marittime e terrestri da e per la Russia, escludendo però quelle che riguardano alimenti e prodotti sanitari. Msc ha comunicato la sospensione dei servizi per la Russia il 1° marzo e anche in questo caso esclude alimenti, medicinali e aiuti umanitari. Una decisione analoga è stata presa dalla tedesca Hapag-Lloyd.
Il conflitto in Ucraina sta riaccendendo i noli marittimi dei container, che secondo lo Xeneta Shipping Index stavano già aumentando: a febbraio l’indice è aumentato del 3,9%, toccando l’87,9% su base annua. Ma la situazione potrebbe peggiorare: “La perturbazione pandemica si sta, in qualche misura, attenuando, ma la domanda rimane alta e la capacità massima”, spiega Patrik Berglund, Ceo di Xeneta. Egli aggiunge che con la guerra in Ucraina “i costi del greggio sono ovviamente saliti alle stelle e la comunità dei trasportatori, senza dubbio, cercherà di trasferirli ai clienti per proteggere i propri profitti. Così, oltre ai costi di trasporto già astronomici, i caricatori possono aspettarsi di vedere fattori di aggiustamento del bunker che portano a nuovi sovrapprezzi”.