La mattina del 9 marzo 2022, la Guardia di Finanza e i Carabinieri di Forlì hanno eseguito un'ordinanza del Gip Massimo De Paoli per il sequestro di tre milioni di euro nei confronti di altrettante imprese e l’arresto di due imprenditori accusati di avere attuato una truffa nei confronti di quindici banche, che ha comportato anche la compravendita simulata di veicoli industriali ad alcune imprese di autotrasporto. Le accuse sono di truffa aggravata, calunnia, appropriazione indebita, auto-riciclaggio, riciclaggio ed esercizio abusivo di attività finanziaria.
L’inchiesta è coordinata dai sostituti procuratori Francesca Rago e Laura Brunelli ed è basata sulla “convergenza tra le indagini condotte dal Reparto Operativo Nucleo Investigativo dei Carabinieri in merito ai rapporti tra la nota concessionaria di automezzi pesanti Viocar Spa e una parte della sua clientela, e le attività di polizia giudiziaria avviate dal Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Forlì per approfondire talune operazioni commerciali mai effettivamente compiute, in grado di influire seriamente sulla stabilità finanziaria dell’impresa di Bertinoro”, scrivono gli inquirenti in una nota.
L’indagine è avvenuta anche tramite l’incrocio di dati d’intercettazioni telefoniche e telematiche, dai tabulati telefonici, dalle escussioni di persone informate sui fatti, dalla documentazione sottoposta a sequestro a seguito dell’esecuzione di perquisizioni locali, nonché in una minuziosa analisi dei dati bancari. Secondo gli inquirenti, uno degli indagati avrebbe organizzato una frode avvenuta tramite “la sistematica presentazione allo sconto bancario di fatture per vendite di automezzi pesanti mai compiute dalla Viocar”.
Le quindici banche coinvolte hanno erogato alla società commerciale anticipi per un totale di 58 milioni di euro sulla base di false fatture emesse per operazioni fittizie per un valore di circa 63 milioni di euro. Per reinvestire queste somme gli inquisiti hanno attuato “condotte autoriciclatorie che hanno interessato la Cina Srl, società immobiliare amministrata dallo stesso imprenditore e, sempre all’interno della Viocar, lo svolgimento di una strutturata e sistematica attività illecita di finanziamento a favore di terzi, tutti esercenti l’attività di trasporto stradale, perpetrata attraverso la compravendita simulata di automezzi (esercizio abusivo dell’attività finanziaria)”.
Inoltre, gli accertamenti hanno messo in luce “come il noto concessionario, dopo aver ideato e messo in atto il sistema di truffa ai danni degli istituti bancari, abbia distratto dai conti correnti societari somme per oltre euro tre milioni movimentandole a favore dell’impresa individuale ravennate Adriatica Trasporti, cliente/fornitore della Viocar, mediante erogazioni di denaro del tutto ingiustificate, prive della benché minima evidenza documentale”.
Non solo, perché “di tale condotta, l’imprenditore forlivese aveva incolpato, con denuncia presentata presso la locale Procura della Repubblica, un proprio dipendente, accusandolo del delitto di appropriazione indebita. Ciò anche al fine di giustificare presso gli istituti di credito, l’impossibilità di coprire gli insoluti generati dalla presentazione allo sconto delle false fatture”. Per tale comportamento, l’imprenditore è indagato anche per calunnia e di appropriazione indebita in concorso con il trasportatore ravennate, “resosi a sua volta responsabile di ulteriori condotte riciclatorie ed autoriciclatorie, portate a compimento mediante l’impiego delle somme indebitamente ricevute”.