Il rimescolamento delle carte sugli scenari geopolitici in seguito al conflitto in Ucraina ha come effetto quello di accelerare progetti infrastrutturali già ipotizzati ma ancora in attesa di arrivare ai cantieri oppure di stimolare nuove intese tra Paesi che finora sono rimasti ai margini delle relazioni internazionali. È il caso, per esempio di tre nazioni collocate nell’Asia centrale, l’Uzbekistan (ex repubblica sovietica), il Pakistan e l’Afghanistan. In questa ampia regione geografica si vuole creare un corridoio trans-afghano per migliorare le relazioni tra l’Asia centrale e quella meridionale.
Sulla spinta delle nuove opportunità che si possono creare, a marzo 2022, Uzbekistan e Pakistan hanno deciso di accelerare l’attuazione di progetti già individuati, ma non ancora decollati. In particolare, si è stabilito di avviare al più presto la costruzione di un nuovo corridoio ferroviario che interessa tutta la regione. Il vertice a nord è previsto a Termez, città dell’Uzbekistan meridionale al confine con l’Afghanistan che verrebbe collegata con Mazar-i Sharif, quarta maggiore città afghana e importante crocevia nazionale. Da qui si raggiungerebbe la capitale Kabul per arrivare infine a Peshàwar, posta a una cinquantina di chilometri appena subito dopo il confine con il Pakistan.
Questo corridoio ferroviario, chiamato Progetto del secolo, è stato individuato nel febbraio 2021 in occasione di un accordo congiunto, ma solo ora la mutata situazione internazionale ha dato un’accelerata al progetto. In una prima fase verrà realizzata la tratta principale tra Mazar-i Sharif e Peshàwar, lunga 573 chilometri, il cui potenziale di transito è stato valutato fino a 20 milioni di tonnellate di merci l’anno. Molte le istituzioni bancarie internazionali che hanno già mostrato interesse a finanziare questo progetto.
Poco più a nord, il Kazakistan, che non ha mai interrotto le relazioni ferroviarie con la Cina, sta valutando la possibilità di aumentare i traffici commerciali verso l’Europa lungo il corridoio trans-caspico attraverso i porti dell’Azerbaigian e della Georgia. Due tra i principali porti kazaki hanno ancora un’ampia disponibilità residua in quanto si calcola che il loro utilizzo attuale sia al 23% della capacità. Si tratta dello scalo di Aktau, ampliato nel 2015 per ricevere le portacontainer di grandi dimensioni e il più meridionale porto di Kuryk. Le relazioni prevedono una combinazione di trasporto marittimo e ferroviario. Le stime per il 2022-2023 prevedono di raggiungere i due milioni di tonnellate di merci su container.
Piermario Curti Sacchi