Il 19 marzo del 2015, il sindacato di base SiCobas organizzò un picchetto davanti alla piattaforma logistica Dhl di Settala. Dopo quell’evento, la multinazionale denunciò alcuni dei partecipati per violenza privata e venticinque di loro vennero processati in primo grado. Questo processo terminò con nove condanne con pene variabili tra un anno e otto mesi e due anni e sei mesi. I condannati presentarono ricorso in Appello e il 25 maggio 2022 è arrivata per tutti loro l’assoluzione dalla Corte di Milano.
In attesa delle motivazioni di questa sentenza, l’avvocato Eugenio Losco, che ha difeso gli imputati, spiega di avere sostenuto la tesi - evidentemente accolta dai giudici - secondo cui non basta un semplice picchetto per giustificare una condanna di violenza privata, secondo l’articolo 610 del Codice Penale, perché in questo caso mancava uno dei requisiti fondamentali del reato, ossia la violenza o la minaccia. Ciò a condizione che il picchetto rientri in un’azione annunciata sindacalmente, cosa che era avvenuta in quella situazione. “Ci sono centinaia di denunce per picchetti nella logistica basate proprio sull’articolo 610 e la giurisprudenza mostra atteggiamenti molto diversi nei vari casi. Perciò ritengo questa sentenza di assoluzione molto importante”, dichiara l’avvocato Losco.