Nell’attesa che gli stanziamenti previsti per i contributi al trasporto combinato strada-rotaia (ferrobonus) e strada-mare (marebonus) siano effettivamente erogati, il 15 giugno 2022 due associazioni del trasporto hanno diffuso comunicati su questi provvedimenti. Quello di Conftrasporto ha toni preoccupati, sulla base di una dichiarazione del ministro del Mims (ex Trasporti) Enrico Giovannini citata dal presidente Paolo Uggè, secondo cui il ministro avrebbe definito “superati” questi sostegni. La nota di Conftrasporto non cita la fonte della dichiarazione, che potrebbe essere l’intervento di Giovannini a un evento a Napoli organizzato dall’Alis il 14 giugno 2022. Però, in una registrazione della Rai Campania dell’intervento di Giovannini, il ministro chiede solo se sia possibile “immaginare qualcosa d’integrativo o di migliorativo”. Secondo altre fonti, Giovannini avrebbe detto anche che “marebonus e ferrobonus sono stati soggetti ad analisi e verifiche e hanno passato il test, hanno dimostrato di essere stati e di essere utili”.
Sarebbe così valida l’ipotesi posta dallo stesso Uggè nella nota del 15 giugno, ossia che “qualcuno deve aver frainteso”, perché “il ministro non può aver rilasciato affermazioni tanto in contrasto con la politica concordata dal Governo con le federazioni dell’autotrasporto sui bonus per l’intermodale”. Il presidente di Conftrasporto concorda che “qualche cambiamento sarebbe necessario”, come “assegnare dei voucher direttamente ai vettori, e non a chi gestisce l’armamento”.
Anche il padrone di casa dell’evento napoletano, il presidente dell’Alis Guido Grimaldi, ha parlato dei due contributi, chiedendo l’aumento dello stanziamento dagli attuali venti milioni a cento milioni di euro all’anno dal 2022 al 2030. Grimaldi ha anche affermato che nel 2021 le imprese hanno trasferito dalla strada alla rotaia e al mare spedizioni equivalenti a 5,6 milioni di camion “abbattendo così 4,8 milioni di tonnellate di CO2 e risparmiando circa 2,2 miliardi di euro all’anno di costi di esternalità”. Grimaldi ha aggiunto che gli investimenti degli armatori italiani nel ro-ro sono aumentati del venti percento e che l’Italia ha una quota del 43,6% nel combinato strada-mare europeo.
Il presidente di Alis ha sottolineato un rischio per questo trasporto: quello degli extra-costi che sarebbero causati dall’inclusione del trasporto marittimo nel sistema europeo Ets: “Qualora gli armatori non riuscissero ad assorbire gli extra-costi di questa nuova tassazione o a ribaltarla sui clienti e di conseguenza sulla committenza finale e, quindi, sui consumatori, il rischio è che tratte indispensabili delle Autostrade del mare possano chiudere, mentre alcuni collegamenti con le isole possano vedere i loro prezzi aumentare a danno della continuità territoriale stessa”.