Se c’è una realtà problematica nei collegamenti ferroviari europei, questa è il corridoio Reno-Alpi, al centro dell’attenzione degli operatori e delle imprese ferroviarie per la sua criticità, a causa dei lavori in corso in Germania fonte di ritardi ma anche di cancellazioni di treni, in particolare quelli merci. Eppure, nonostante queste criticità siano conosciute da tutti, si fatica a individuare delle soluzioni efficaci, in primo luogo perché manca il dialogo tra tutti i protagonisti interessati e quindi manca una visione comune che può portare a interventi coordinati.
I gestori della rete hanno un orizzonte che non va al di là del proprio confine, lasciando le imprese ferroviarie a sbrigarsela da sole. Può sembrare fantasia arrivare a un unico soggetto europeo coordinatore di corridoio (un “supergestore” della rete), e allora in alternativa le iniziative potrebbero partire dal basso con gli operatori nel ruolo di protagonisti. Chi crede a questa formula ed è in prima linea nel sostenere il cambio di passo è il gruppo Hupac. L’idea è all’apparenza semplice, ma se tradotta in pratica, può essere sicuramente efficace. La formula si chiama condivisione dei dati.
Creare un ambiente condiviso delle informazioni può ottimizzare il transito lungo il corridoio Reno-Alpi, con ricadute positive in breve tempo. Secondo Hupac, una piattaforma dati condivisa e integrata dai messaggi in tempo reale lungo tutto il corridoio europeo sarebbe già un’ottima soluzione e il primo passo verso un maggiore coordinamento. In questo modo le imprese ferroviarie potrebbero avere accesso immediato a un pool di dati in grado di informarle in caso di interruzioni, così da pianificare prontamente eventuali deviazioni disponibili. Investire nei dati è anche la chiave per offrire una risposta soddisfacente agli spedizionieri che possono quindi conoscere in tempo reale la situazione dei carichi.
Ma oltre a controllare lo stato di fatto istante per istante, la condivisione delle informazioni può anche migliorare la gestione degli itinerari alternativi durante i lavori programmati lungo la rete. “Possiamo prepararci per i lavori infrastrutturali”, osserva Michail Stahlhut, Ceo di Hupac, “ma abbiamo anche bisogno di un quadro chiaro e tempestivo delle deviazioni disponibili e smettere di pensare a livello nazionale, a noi manca un quadro sovranazionale”.
In mancanza di scelte istituzionali, è molto forte la pressione dal basso per trovare una soluzione. Probabilmente si è molto vicini al lancio di una piattaforma di condivisione dei dati da parte degli operatori. Pure il Governo svizzero ha compreso questa esigenza e in modo informale sta spingendo in questa direzione, anche per non svalutare gli ingenti investimenti fatti sulle infrastrutture ferroviarie di transito, in primo luogo il corridoio AlpTransit.
Piermario Curti Sacchi