In meno di due mesi si è passati dalle parole ai fatti. A luglio 2022 il Governo dell’Ucraina aveva annunciato un accordo con la Moldavia per ripristinare un collegamento ferroviario tra i due Paesi in disuso dal 1999 e creare così un veloce corridoio per l’interscambio delle merci con l’Europa centrale. Il 22 agosto 2022 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che la tratta ferroviaria è stata riaperta e tornata operativa, valorizzando la modalità ferroviaria che finora ha avuto un ruolo di secondo piano nei trasporti della regione.
La linea è lunga poco più di una ventina di chilometri e collega Berezyne nell’Ucraina occidentale a Basarabeasca nel sud della Moldavia. La sezione ferroviaria offrirà un valido percorso alternativo dal porto di Odessa al Mar Nero. Secondo le stime del ministero delle Infrastrutture di Kiev si potrebbe raggiungere un interscambio di dieci milioni di tonnellate l’anno grazie al nuovo collegamento. In particolare, si fa riferimento al trasporto di grano che resta critico nonostante gli ultimi accordi che hanno sbloccato il trasferimento via mare, accordi che comunque vengono giudicati troppo fragili in una prospettiva futura.
In attesa di progetti più ambiziosi e posticipati nel tempo, questo investimento realizzato in tempi record perché incalzati dagli eventi bellici sta a dimostrare come sia repentinamente cambiato l’asse delle relazioni commerciali. Il Governo di Kiev non si limita a salutare la riapertura della ferrovia tra Berezyne e Basarabeasca come una svolta economica per l’economia nazionale ma ne dà una forte lettura politica prefigurando addirittura questo intervento come un ulteriore passo per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea.
Con la ricostruzione della linea, la Moldavia può acquisire l’accesso diretto al porto ucraino di Izmail sul Danubio in alternativa allo scalo fluviale di Reni, più congestionato. La regione confinante tra Moldavia, Ucraina e Romania è destinata ad accrescere la sua importanza economica e logistica, finora rimasta abbastanza ai margini.
Piermario Curti Sacchi