A quarant’anni di distanza dai primi progetti, si procede ancora a piccoli passi e il traguardo finale appare come una luce sfocata all’orizzonte. Stiamo parlando della Pontremolese, la ferrovia Parma-La Spezia che se fosse adeguata lungo tutto il suo tracciato rappresenterebbe uno sbocco importante a servizio del porto spezzino e per il trasporto merci verso la pianura Padana e il Brennero. Ma finora la linea è stata raddoppiata e ammodernata solo per un terzo.
Fortunatamente qualcosa si muove: Rfi ha completato la progettazione definitiva del primo lotto emiliano, quello da Parma a Vicofertile. Si tratta di una manciata di chilometri, otto in tutto, dei quali cinque in variante di tracciato per un costo che a causa degli ultimi adeguamenti in seguito ai rincari delle materie prime ha raggiunto i 450 milioni di euro. E per completare gli interventi sull’intera Pontremolese si stima siano necessarie risorse per 4,5 miliardi.
Il potenziamento della Parma-La Spezia è tra le opere sotto la stretta sorveglianza di un commissario straordinario, in questo caso Mariano Cocchetti, alto dirigente di Rfi. A lui spetta accelerare l’iter che comunque non si preannuncia particolarmente breve, se fa testo l’ultima edizione del Piano commerciale di Rfi, aggiornata a giugno 2022, dove il lotto Parma-Vicofertile viene ricompreso tra le azioni previste oltre il 2026 (quindi fuori dai tempi del Pnrr).
In compenso si specifica che il nuovo tracciato garantirà prestazioni per i trasporti merci secondo lo standard PC 80, quindi senza limiti di sagoma per l’intermodale, e con peso assiale in categoria D4, la massima sulla rete italiana. Peccato che queste caratteristiche non possono essere sfruttate se la linea storica, oltre la breve variante parmense ora pianificata, resta la stessa. E pensare che la Pontremolese sarebbe un itinerario merci ideale, anche per la sua limitata vocazione per i servizi passeggeri.
Sugli investimenti futuri, il commissario Cocchetti ha dimostrato però di avere le idee chiare, espresse in un recente convegno. Il lotto prioritario da pianificare subito dopo quello attuale è la nuova galleria di valico tra Pontremoli e Berceto. L’attuale galleria di valico tra Pontremoli e Borgo Val di Taro, conosciuta come tunnel del Borgallo, sfiora gli otto chilometri di lunghezza (7972 metri).
Ma il limite della linea storica, nella salita da Pontremoli è rappresentato da una tratta molto acclive con una pendenza del 25 per mille che comporta forti limitazioni e non risulta più adatta per i transiti dei treni merci intermodali senza limiti di sagoma e soprattutto di lunghezza standard europea. Ecco perché è qui che vanno concentrate le risorse, mentre finora le tratte già raddoppiate, quasi tutte con varianti di tracciato, hanno riguardato i segmenti estremi, da un lato verso La Spezia, dall’altro verso Parma.
Lunga 112 km tra Vezzano e Parma, la ferrovia Pontremolese è stata ammodernata finora per poco meno di 40 km, quindi circa un terzo, in tempi biblici. Dagli anni Ottanta del novecento si parla di radicale ammodernamento con raddoppio su nuova sede, ma progetti e lavori hanno conosciuto continui rinvii tra mancanza di fondi e scarsa volontà politica. Basti pensare che il progetto di adeguamento della Pontremolese risale alla legge di finanziamento nota come Piano integrativo del 1981, esattamente quarant’anni fa.
Piermario Curti Sacchi