Secondo una prima interpretazione e fornita dalla Commissione Europea delle norme contenute nel Primo Pacchetto Mobilità, l’obbligo di rientro in sede ogni otto settimane dei veicoli industriali che svolgono autotrasporto internazionale avrebbe dovuto riguardare anche i rimorchi e i semirimorchi. Un interpretazione che raccolse immediatamente le proteste di diverse associazioni dell’autotrasporto, anche di Paesi dell’Europa occidentale, perché ritenuta assurda e inapplicabile.
Infatti siccome i veicoli rimorchiati non hanno il cronotachigrafo, è impossibile tenere una qualsiasi traccia dei loro movimenti. Inoltre, riportare i rimorchi avrebbe comportato ulteriore inutile inquinamento. Evidentemente queste opposizioni sono state prese in considerazione da Bruxelles, perché nella più recente versione delle linee guida dedicate all’applicazione del Primo Pacchetto Mobilità i riferimenti ai rimorchi non appare più e riguardo all’obbligo il testo cita solo “veicoli a motore o combinazioni di veicoli”.