Dieci giorni dopo l’attivazione della piattaforma telematica sviluppata dall’Agenzia delle Dogane per presentare le domande sul credito d’imposta dell’autotrasporto, l’associazione degli autotrasportatori Fiap esprime preoccupazioni legate ad alcune anomalie, nonostante le rassicurazioni e i chiarimenti della stessa Agenzia, e critica alcuni aspetti della procedura.
La prima considerazione è che il diritto al contributo è sancito da una Legge dello Stato “e non può dipendere dalla disponibilità a tempo determinato di una procedura informatica”. Quindi, porre il termine di trenta giorni (poi prorogato dall’11 al 19 ottobre) appare “francamente irragionevole, anche in presenza del limite di utilizzo del credito a valere sulle imposte relative all’anno 2022”. La Fiap propone di rendere disponibile la piattaforma sino alla fine del 2022.
Un altro elemento sottolineato dall’associazione “è l’assenza di indicazioni analitiche e mirate sulla tipologia delle anomalie o degli errori rilevati nel controllo formale dei file dati trasmessi”. La mancanza di spiegazioni di eventuali errori nei file “mette in allarme l’impresa, ed in ansia estrema chi ha prodotto i file dati, che si trova a dover cercare una anomalia senza una bussola”. La possibilità di errori automatici è favorita dall’obbligo d’inviare i file nel formato csv, che “può generare esiti sui dati scritti che non sono normalmente prevedibili, soprattutto da chi non trasforma tutti i giorni e poi controlla tabelle generate con il ben noto programma nel formato richiesto”.
L'ansia degli autotrasportatori è aumentata dal fatto che esiste il termine di cinque giorni dal rilevamento di un errore per ripresentare la domanda, con la consapevolezza di avere perso la propria posizione nella graduatoria. “Un errore materiale, come ad esempio uno spazio, una / o una virgola in più o in meno che provocano un risultato indesiderato ed estremamente penalizzante, nel portafogli dell’impresa, rispetto ad un suo diritto acquisito per Legge” La Fiap si chiede, retoricamente, se si può considerarla una “follia”.
L'associazione chiede se nel 2022 non sia possibile produrre un messaggio sulla regolarità formale dei file subito dopo il suo invio. E se ciò non è fattibile allo stato attuale della tecnica della programmazione informatica, perché i cinque giorni concessi per verificare lo stato della propria domanda e validi per ripresentarla in caso di errori sono considerati “giusti”? Ciò considerando anche la mancanza d’indicazioni “analitiche e mirate” sulle anomalie rilevate.
L’intervento della Fiap prosegue affermando che “la sensazione netta è che la superficialità nella gestione di questo aiuto di Stato, emerga ogni giorno di più. Del resto, i computer sono programmati e gestiti dalle persone ed in uno scenario simile, dove le variabili che possono influire negativamente sono ‘incerte”, la condizione ‘zero anomalie ed errori’ è improbabile, e occorre fare del proprio meglio per evitare esiti indesiderati”. E ciò la Fiap lo ha già fatto notare all’Agenzia delle Dogane.
L’associazione esprime l’auspicio di “una svolta rapida, tempestiva, rispetto a queste incertezze e di una maggiore flessibilità del sistema”. E conclude dichiarando che “non si deve scaricare la responsabilità di un insuccesso della richiesta e del mancato ottenimento del ‘contributo straordinario’ sulle stesse imprese che hanno subìto, e stanno subendo, uno scenario economico costoso, difficile e di emergenza, attraverso la complicazione di un affare semplice”.